A PALERMO (in streaming)... PER LA RIAPERTURA CON LUCIA E I SUOI FANTASMI
Riapre al pubblico in presenza anche il Teatro Massimo di Palermo e lo fa con una buona esecuzione della Lucia di Lammermoor donizettiana, in forma semiscenica e con una buona compagnia di canto.
Merito principale della produzione è senza dubbio la concertazione
accurata e sensibile di Roberto Abbado che, oltre al pregio di eseguire la
partitura completa e senza tagli, riesce ad ottenere da una attenta orchestra
ottime sonorità. La sua è una Lucia notturna in cui l’accompagnamento
non sovrasta mai le voci e anzi le supporta e aiuta. Una bella lettura, che ti
fa apprezzare la preziosa partitura di Donizetti.
Sara Blanch veste i panni della protagonista e lo fa con piglio giovanile
anche se la profondità del personaggio ancora non le appartengono. Buono il suo
primo atto con un approfondimento maggiore nel secondo mentre interessante è la
“scena della pazzia”, nella quale la Blanch duetta con la glass harmonica.
Buona la linea di canto così come corrette le agilità, qualche acuto risulta un
po’ stridulo ma nel complesso una buona prova, che sicuramente prelude ad una
maturazione del personaggio.
Celso Albelo veste i panni di Edgardo e lo fa con buona dovizia di
armonici. La parte è micidiale e il tenore spagnolo la affronta cercando di prenderla
solo “di petto”: se non risulta molto incisivo nel duetto iniziale con Lucia (con un evidente calo nel recitativo solo "Io di te, memoria viva, sempre o cara serberò" che ha messo in non poca difficoltà la Blanch),
molto meglio è tutto il concertato finale dell’atto primo. Interessante anche
il duetto con Enrico e veramente buona è la sua “Tombe degli avi miei”. Nel
finale sembra un po’ a corto di voce, forse a causa anche della postura che è
costretto a tenere. Prova interessante… ma non esaltante.
Ernesto Petti ci porta un Enrico dalla voce fiera ma, a mio avviso, un po’
troppo giocata sui toni del mezzoforte. Anche qui un ruolo che dovrà
sicuramente maturare.
Chi ci lascia una straordinaria lezione di canto è senza dubbio Michele
Pertusi che nobilita in maniera stupefacente il ruolo di Raimondo. Splendida la
sua linea di canto ed esempio per tutti i giovani della compagnia.
Buoni ma non entusiasmanti David Astorga (Arturo), Matteo Mezzaro (Normanno)
e Natalia Gavrilan (Alisa).
Ottima la prestazione del coro, cresciuto in maniera evidente da quando è
diretto da Ciro Visco.
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