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Visualizzazione dei post da ottobre, 2020

ALMANACCO MUSICALE - 31 ottobre 2020 - L'AMICO FRITZ di P. Mascagni

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L’AMICO FRITZ Commedia lirica in tre atti di P. Suardon (Nicola Dapuro), dal romanzo omonimo di Emile Erckmann e Pierre-Alexandre Chatrian Musica di Pietro Mascagni   Prima rappresentazione: Roma, Teatro Costanzi, 31 ottobre 1891   Dopo il grande successo di Cavalleria rusticana , sul quale si addensò il sospetto di esser stato provocato in larga misura dal testo tratto da Verga, la scommessa di Mascagni riguardò proprio il libretto; ma questa sua nuova opera fece registrare una svolta anche nella partitura, di minore intensità drammatica, che abbandona i climi della tragedia a favore di quelli della commedia. LA TRAMA Atto primo. In Alsazia, al tramonto, nella sala da pranzo in casa di Fritz si parla di matrimoni e di doti da sborsare; e stavolta è lui a doverla pagare, per una delle unioni combinate dal rabbino David. Proprio Fritz, acerrimo nemico del matrimonio. Arriva Suzel, si mette a cantare “Noi siamo figlie timide e pudiche” e offre un mazzolino di fiori a Fr

A TREVISO... L'ULTIMA TOSCA PRIMA DELLA "SERRATA"

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Ieri sera, da un Teatro “Mario Del Monaco” desolatamente vuoto a causa delle nuove restrizioni dovute al Covid-19, ho assistito in diretta streaming all’esecuzione in forma di concerto di Tosca di Giacomo Puccini. L’evento avrebbe dovuto inaugurare la stagione autunnale del teatro trevigiano, con un cast e una direzione orchestrale, di tutto rispetto. Francesco Lanzillotta debuttava in Tosca e nel complesso ne ha dato una lettura interessante, seppure a mio avviso ancora acerba che inevitabilmente si affinerà col tempo. Il direttore romano dirige con piglio l’Orchestra Regionale Filarmonia Veneta e riesce ad ottenere delle buone sonorità anche se, in alcuni momenti, la scelta dei tempi (tendenti essenzialmente verso ritmi sostenuti) e le forse poche prove a disposizione hanno messo in difficoltà i musicisti, con attacchi poco precisi da parte dei fiati e qualche scollamento nel settore degli archi. Pur con qualche neo le atmosfere musicali ottenute sono buone ed hanno come punte

IN MOMENTI DI PANDEMIA... IL BARBIERE ROSSINIANO CI RISOLLEVA IL MORALE

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Il Teatro La Fenice di Venezia ha messo in scena nei giorni scorsi la “storica” produzione de Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini con la regia di Bepi Morassi e le scene e costumi di Lauro Crisman. L’allestimento è uno dei grandi classici che il teatro veneziano propone ormai da parecchi anni al suo pubblico che, anche in questa ripresa, si è dimostrato collaudato e ancora attuale. Certo… la regia ha dovuto subire inevitabilmente dei ripensamenti dovuti alle restrizioni sanitarie che non permettono un avvicinamento eccessivo tra i cantanti. Nel complesso lo spettacolo non subisce scossoni eccessivi rispetto a queste nuove esigenze e tutto fila via liscio, divertendo “il giusto” il pubblico con momenti divertenti ma mai sopra le righe. Ogni volta che questo allestimento viene riproposto sposta inevitabilmente il suo interesse sul lato musicale, che si va ad inserire in un ambiente scenografico ben rodato. La direzione d’orchestra è affidata a Federico Maria Sardelli che la

NOTE FELICI... DALLA TRAVIATA MODENESE

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Grazie allo splendido lavoro dei tecnici del progetto “Opera streaming” domenica pomeriggio si è potuto assistere alla ripresa in diretta della nuova produzione de La traviata di Giuseppe Verdi, dal Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” di Modena. La messa in scena è a cura di Stefano Monti che, oltre alla regia, ha curato anche le scene e i costumi dello spettacolo. Il regista ha scelto di utilizzare l’intera platea come palcoscenico, con il pubblico a occupare palchi e gallerie mentre l’orchestra occupava una parte del palcoscenico. L’impianto è quindi particolare ma, credo, che la cosa abbia abbastanza giovato al connubio canto/accompagnamento in quanto tutti gli artisti (solisti e coro) potevano ben vedere il direttore d’orchestra che poteva così guidare tutte le masse artistiche senza problemi. Nell’ampia platea del teatro modenese pochissimi sono gli arredi (un grande tavolo rettangolare con tovaglia rossa nel primo atto, un tavolo rotondo ricoperto di velluto verde nel secondo

LE ATMOSFERE SPAGNOLE DELLA "VIDA BREVE"... IN SCENA A MADRID

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Il Teatro de la Zarzuela di Madrid ha inaugurato la sua nuova stagione con un dittico dedicato all’opera lirica spagnola che ha come sfondo la città di Granada. Questo dittico doveva essere rappresentato in una sola serata ma la scelta del teatro, in seguito all’emergenza sanitaria, è stato sdoppiato e quindi ogni sera vedeva la rappresentazione, in maniera alternativa, delle due composizioni. Io ho visto in streaming l’opera che inizialmente doveva chiudere il dittico, e cioè La vida breve di Manuel de Falla. È questa uno dei capolavori del teatro musicale spagnolo, pochissimo rappresentata nel nostro paese, che ci immerge in un mondo (in particolare quello zingaro/andaluso) a mio avviso molto affascinante. Per chi non conoscesse l’opera qui di seguito, in breve, la trama. Il primo atto si svolge nella casa di Salud. La giovane attende Paco, che tarda più del solito. Intanto la nonna dà da mangiare agli uccellini. Quindi Paco sopraggiunge e intona con Salud un festoso duetto; m

A LIEGI VA IN SCENA LA BOHEME... DELLE PROMESSE NON CONFERMATE

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L’Opéra Royal de Wallonie di Liegi apre la sua stagione con la produzione de La boheme di Giacomo Puccini nell’allestimento concepito dal sovrintendente e direttore artistico del teatro belga Stefano Mazzonis di Pralafera. La vicenda viene trasportata nella Parigi posto Seconda guerra mondiale e nel complesso non dispiace visivamente, anche se a mio avviso alcune scelte di fondo della regia sono molto discutibili. Alcuni piccoli esempi, e mi fermo solo al primo atto: Mimì, nella sua entrata in scena, è in cerca (volontariamente) di Rodolfo e di fare presa su di lui, lei non sta male e finge il mancamento; non c’è la candela ma una torcia che lei accende e spegne a piacimento così come la chiave viene lasciata volutamente per terra dalla stessa. Ci si mettono poi le norme anti-Covid che non permettono la presenza in scena del coro e, in questo caso, la regia trova un buon escamotage per fare in modo che la sua mancata presenza non si noti più di tanto. Certo… sono tutte sottigliezze

IL RATTO MOZARTIANO DOPPIATO... FA INFURIARE VIENNA

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Grazie allo streaming gratuito che la Staatsoper di Vienna mette a disposizione sul suo sito internet ho potuto assistere in diretta alla recita di lunedì scorso di Die Entführung aus dem Serail di Wolfgang Amadeus Mozart nella messa in scena curata da Hans Neuenfels. Premetto subito che lo spettacolo, pur nella bellezza visiva, non mi è piaciuto affatto. Neuenfels riprende la sua concezione del Ratto che già aveva messo in scena parecchi anni fa a Stoccarda e qui la porta all’estremo compimento. I personaggi sono tutti raddoppiati, nel senso che ogni cantante in scena ha anche il suo doppione attore. Questo può essere visto con due chiavi di lettura a mio avviso: il primo perché Neuenfels sa che una partitura particolare come quella del Ratto , che è un singspiel , ha bisogno di ottimi cantanti recitatori (le parti recitate sono molte ed hanno un fondamentale importanza) e questo non sempre è possibile perché l’abilità nel recitare in tedesco non è per tutti; il secondo è quello d

WEXFORD INAUGURA IL SUO FESTIVAL... VIRTUALE CON ROSSINI

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Il 13 marzo del 1864, in un salone del palazzo della Contessa Louise Pillet Will, a Parigi, viene presentata, ad uno scelto pubblico di invitati, la Petite Messe solennelle. La composizione non è destinata ad un uso liturgico (il pianoforte non è adatto all’acustica di una chiesa), ma ad un ambiente più intimo, domestico. L’organico è quindi essenziale (da qui l’aggettivo Petite, mentre Solennelle indica che tutto il testo è musicato, compreso il Credo): due pianoforti, harmonium e voci. Nonostante il desiderio di Rossini (sappiamo quanto rimpiangesse la ormai inevitabile scomparsa dei castrati), il “terzo sesso” non prese parte all’esecuzione: i ruoli femminili vennero infatti sostenuti dalle sorelle Barbara e Carlotta Marchisio, mentre il tenore era Italo Gardoni (primo interprete, tra l’altro, dei Masnadieri di Verdi), e il basso Louis Agniez. Il coro era costituito da studenti del Conservatorio di Parigi, scelti personalmente da Auber, e diretti (alle spalle dei solisti e con tan

ALMANACCO OPERISTICO - 10 settembre 2020 - DIE FRAU OHNE SCHATTEN di R. Strauss

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DIE FRAU OHNE SCHATTEN (La donna senz’ombra) Opera in tre atti di Hugo von Hofmannsthal Musica di Richard Strauss   Prima rappresentazione: Vienna, Staatsoper, 10 ottobre 1919   Nell’arco della collaborazione artistica fra Strauss e il letterato Hugo von Hofmannsthal, La donna senz’ombra costituisce la chiave di volta, il vertice assoluto di una feconda intesa ventennale iniziata con Elektra nel 1909 e conclusa nel 1933 con Arabella , che nasce dopo la morte del poeta. Infatti, non si è ancora spenta l’eco del successo del Rosenkavalier che comincia a manifestarsi nel poeta (marzo 1911) l’idea di un’opera-fiaba «in cui due uomini e due donne si scontrano, la prima è una fata, l’altra una creatura terrena, una donna bizzarra, ma in fondo assai buona d’animo (...) e tutto l’insieme molto vario: reggia e capanna, preti, navi, torce, caverne, cori, bambini...». Ma poi la collaborazione fra i due artisti si sposta sulla creazione di un’opera ‘piccola’ come Ariadne auf Naxos