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Visualizzazione dei post da novembre, 2021

A ROMA (in streaming)... PER LA NUOVA FATICA DI GIORGIO BATTISTELLI

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Il Teatro dell’Opera di Roma inaugura la sua nuova stagione con una novità assoluta in prima esecuzione mondiale: Julius Caesar di Giorgio Battistelli, con la direzione del maestro Daniele Gatti e la regia di Robert Carsen. Premetto subito che non sono un grande amante della musica contemporanea e in particolar modo dell’opera lirica dei giorni nostri, ma mi sono approcciato con vivo interessa a questo lavoro. Battistelli continua il lavoro sui grandi capolavori di Shakespeare assieme al suo fidato librettista Ian Burton (la prima tragedia affrontata è stato il Richard III ) ed assieme a lui confeziona un lavoro sicuramente interessante. La vicenda ripercorre abbastanza fedelmente il testo shakespeariano con alcune scelte extra, come per esempio la scelta di un ruolo più significativo del fantasma di Cesare che non solo si fa vedere a Bruto prima della Battaglia di Filippi contro Ottaviano ma ha un ruolo fondamentale nel suicidio dello stesso Bruto e di Cassio. Per il resto la vic

A VENEZIA (in streaming)... PER L'INAUGURAZIONE DELLA STAGIONE DELLA FENICE

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Sabato sera il Teatro La Fenice di Venezia ha inaugurato la sua stagione lirica con una edizione così così di Fidelio , unico capolavoro operistico del grandissimo Ludwig van Beethoven. Nel complesso è una edizione che non si ricorderà in eterno per una serie di fattori… sia visivi che musicali. Parto dalla parte visiva curata per la regia da Joan Anton Rechi, con scene di Gabriel Insignares, costumi di Sebastian Ellrich e luci di Fabio Barettin. Il regista, forse anche partendo da nobilissime intenzioni, non fa altro che mettere in scena lo “strumentario” della buona routine classica, fatta di pochissimi movimenti, gesti contenuti ma azione quasi inesistente. Di certo non l’aiuta neanche l’impianto scenico, che di per sé non sarebbe neanche malvagio, con una grande testa nel primo atto (resto di una ipotetica grande statua che in teoria dovrebbe essere costruita dai detenuti) che cela al suo interno le segrete del carcere e, nel secondo atto, una serie di cerchi posizionati in pro

A ROVIGO... PER LA TRAVIATA INAUGURALE DELLA STAGIONE N. 206

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Venerdì sera il Teatro Sociale di Rovigo era tirato a lucido per la “prima” della sua stagione lirica n° 206. Pubblico delle grandi occasioni per La traviata di Giuseppe Verdi proposta nel nuovo allestimento curato da Ivan Stefanutti e con la direzione orchestrale di Francesco Rosa. Ufficialità e sacralità della serata sono combaciate nell’esecuzione, a luci piene in sala, dell’Inno di Mameli, vista la presenza del Prefetto e delle massime autorità cittadine. Allo spegnimento delle luci, sulle note del celeberrimo preludio, il sipario si apre su una scena abbastanza sgombra con delle vetrate sul fondo che ci porta in un attico di un grattacielo di New York, negli anni ’30. Da qui prendo spunto per parlare delle scelte registiche di Ivan Stefanutti. Il regista, come già si sapeva dalle anticipazioni, ambienta l’opera nei primi anni ’30 del Novecento e scena principale è un grande spazio, simile ad un attico, che guarda sui grattacieli di quella che potrebbe benissimo essere New

A MILANO (alla radio) PER UN ELISIR... DAI POCHI EFFETTI BENEFICI

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I grandi capolavori del teatro musicale sono spesso i più difficili da mettere in scena e da cantare… e la conferma si è avuta ieri sera all’ascolto, grazie alla diretta radiofonica di Radio3, de L’elisir d’amore di Gaetano Donizetti dal Teatro alla Scala di Milano. Avendo ascoltato l’opera alla radio mi soffermerò solo sull’aspetto musicale, ricordando che l’allestimento è quello ormai storico con le scene e costumi di Tullio Pericoli e la regia di Grischa Asagaroff. La direzione musicale è affidata al giovane Michele Gamba, reduce dal bel successo ottenuto in Madina di Fabio Vacchi lo scorso mese sempre sul palcoscenico del Piermarini e che nel prossimo futuro affronterà, sempre a Milano, il Rigoletto verdiano con la nuova messa in scena di Mario Martone. La sua concertazione non entusiasma, anche considerando il fatto di quanto lui stesso ha affermato nell’intervallo dell’opera: la direzione è molto pesante, che procede a strattoni con una predilezione per i tempi abbastanza ve

A RAVENNA (in streaming)... PER IL DOLOROSO VIAGGIO D'ORFEO

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Una delizia è la musica di Claudio Monteverdi, ancor più ai giorni nostri, e quindi lode ad Opera streaming che ha trasmesso in diretta L’Orfeo , capolavoro assoluto del compositore di Cremona, dal Teatro Alighieri di Ravenna con la regia di Pier Luigi Pizzi e la direzione musicale di Ottavio Dantone. Pizzi ha affrontato questo titolo, sempre assieme a Dantone, la scorsa estate quando lo mise in scena nella suggestiva Piazza del Duomo di Spoleto per l’inaugurazione dell’edizione n. 63 del “Festival dei Due Mondi” (qui il link con la mia recensione https://marcomelomane.blogspot.com/2020/08/orfeo-agli-inferi-no-orfeo-si-ferma.html ). Lo spettacolo ravennate si rifà abbondantemente al suo predecessore spoletino e, a ben vedere, si definisce un po’ di più sotto certi aspetti in quanto diversa è senza dubbio la resa finale in un luogo chiuso e deputato a far musica come è il teatro rispetto ad un ambiente “en plein air”. Il palcoscenico è occupato dall’orchestra ed ha come fondo-scen

A VIENNA (in streaming)... PER GLI INTRECCI AMOROSI DI ERMONELA ED ELINA, SULLO SFONDO DELLA MUSICA DI CILEA

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Continua ad essere lodevole l’impegno della Staatsoper di Vienna di mandare, in diretta streaming (e con una altissima qualità) alcuni degli spettacoli messi in scena nel massimo teatro della capitale austriaca. Venerdì scorso il pubblico ha avuto modo di assistere ad una pregevole messa in scena di Adriana Lecouvreur di Francesco Cilea, con un cast di primissimo ordine. Lo spettacolo, pensato da David McVicar è molto bello, classico nel suo impianto scenico ma veramente ben pensato. Non è la prima volta che questo allestimento va in scena a Vienna e il suo rodaggio, in senso positivo, lo si scorge benissimo. L’intero palcoscenico è occupato, per buona parte, da un palcoscenico centrale girevole che, ruotando ci porta prima dietro le quinte della Comédie-Française poi nella villa della Duclos, per poi spostarci alla residenza del Principe di Bouillon e finire in un retropalco, giusta ambientazione per la morte di Adriana. Il regista non fa nulla di “fuori dagli schemi” ma tutti i