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Visualizzazione dei post da settembre, 2020

ALMANACCO MUSICALE - 30 settembre 2020 - DIE ZAUBERFLOTE di W. A. Mozart

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  DIE ZAUBERFLÖTE (Il flauto magico) Opera tedesca in due atti KV 620 di Emanuel Schikaneder Musica di Wolfgang Amadeus Mozart   Prima rappresentazione: Vienna, Theater auf der Wieden, 30 settembre 1791   Sulla genesi del Flauto magico sono fiorite molte leggende: più che la scarsità, è l’elusività dei documenti in nostro possesso a renderle, se non legittime, almeno in parte giustificate. Che si parta da una ricostruzione delle circostanze esterne alla sua nascita, o che invece si affrontino direttamente il testo e la musica interrogandosi sulla loro sostanza e il loro significato, Il flauto magico è un’opera pervasa di mistero, avvolta in un’aura favolosa: e accettare questa condizione, senza specularci troppo sopra, è l’unica via per entrare dentro il suo mondo. Tutti gli accadimenti scenici e musicali che si svolgono nel Flauto magico seguono una dinamica eminentemente teatrale, sganciata però da una logica drammatica coesa, stringente e unitaria per principio. Se

SARA' TRADIMENTO... NO!!! SOLO UNA BELLA SIGARETTA IN QUEL DI PANICALE

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L’ottima rappresentazione de Il segreto di Susanna di Ermanno Wolf-Ferrari ha chiuso domenica la sesta edizione del Pan Opera Festival di Panicale. Non si può non apprezzare l’ardimento degli organizzatori che, pur nel momento generale molto difficile, hanno saputo allestire una programmazione di tutto rispetto con due opere (la settimana prima è andata in scena Rita di Donizetti) oltre ad alcuni concerti che hanno animato il piccolo borgo umbro. Come dicevamo Il segreto di Susanna è stato eseguito in forma scenica con la regia di Marco Bellussi e i costumi di Carlos Tieppo. Il palcoscenico del Teatro Caporali è piccolo ma ben si addice all’ambientazione dell’opera di Wolf-Ferrari. Come tutti saprete la vicenda narra in modo esilarante la gelosia del conte Gil per la contessa Susanna che ha come unico vizio e forma di tradimento la sigaretta. Pochi elementi in scena (un divano, una scrivania, un attaccapanni e un carrello con i liquori) ci dimostrano come sia semplice costruire uno

ERNANI ESEGUITO A PARMA... NOBILISSIMA VISIONE

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 Un Ernani nobilissmo quello ascoltato al Teatro Regio di Parma in occasione del Festival Verdi. La mancanza di scenografie e drammatizzazione (scelta inevitabile dovuta alla pandemia) fanno sì che il pubblico si possa concentrare totalmente sulla bellissima musica che Verdi scrive in questa partitura che, a mio avviso, è la più raffinata del primo periodo compositivo del musicista di Busseto. Se poi si ha a disposizione un ottimo direttore come Michele Mariotti... allora il connubio musica/Verdi ottiene la sua declinazione perfetta. Il direttore pesarese scava ogni singola nota della partitura e dona un colore unitario a tutta l'opera: quello della fiera nobiltà, non solo in senso stretto ma soprattutto in quello dell'animo. Ernani è trattato, nei colori e nell'accompagnamento, non come un bandito ma come una persona piena di "nobiltà". L'Orchestra Toscanini segue molto bene le scelte del direttore che impone un ritmo mai frenetico, con alcuni momenti più ril

ALMANACCO OPERISTICO - 26 settembre 2020 - LUCIA DI LAMMERMOOR di G. Donizetti

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LUCIA DI LAMMERMOOR Dramma tragico in tre atti di Salvatore Cammarano, dal romanzo The Bride of Lammermoor di Walter Scott Musica di Gaetano Donizetti   Prima rappresentazione: Napoli, Teatro San Carlo, 26 settembre 1835   Prima che il 26 settembre 1835 andasse in scena al San Carlo di Napoli la Lucia di Lammermoor , il trentottenne Gaetano Donizetti aveva composto, in diciassette anni di attività, quarantatré opere. Aveva esordito al Teatro San Luca di Venezia il 14 ottobre 1818 con Enrico di Borgogna , opera ‘semiseria’, secondo una minuziosa classificazione di allora, perché includeva un personaggio comico. Anche Torquato Tasso (Roma 1833) fu per la stessa ragione definito ‘semiserio’, malgrado la morte di Eleonora d’Este e i deliri del protagonista. Opere ‘buffe’ furono invece l’ Elisir d’amore (1832) e Don Pasquale (1843); ma esistevano anche le ‘farse’, come Le convenienze e inconvenienze teatrali (1827) o il Campanello (1836), nel repertorio donizettiano. Luc

PICCOLI FESTIVAL CRESCONO... ANCHE IN TEMPO DI COVID-19

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Si può fare opera in tempi di coronavirus? La risposta è sì!!! La risposta ci viene dalla sesta edizione del Pan Opera Festival che in queste settimane sta animando il piccolo borgo umbro di Panicale. Dopo il concerto di apertura di fine agosto il festival si è spostato nella sua sede “naturale” e cioè al Teatro Caporali, piccola bomboniera, dove lo scorso fine settimana è andata in scena l’opera comica Rita di Gaetano Donizetti. Una bella sfida… che per l’impegno si può dire vinta. L’orchestra è posizionata sul palcoscenico e non in buca mentre l’azione si svolge tutta in proscenio. Per chi non conoscesse l’opera, rappresentata postuma dopo dodici anni dalla morte dell’autore, un breve accenno alla trama. La vicenda si svolge nella locanda di Rita, tirannica e manesca sposa del timido Peppe. La vita della coppia è sconvolta dall’inaspettato arrivo di Gaspar, il primo marito di Rita, che tutti credevano morto annegato e che era in realtà fuggito in Canada; Gaspar, che a sua vo

ALMANACCO OPERISTICO - 23 settembre 2020 - ARMIDE di C. W. Gluck

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ARMIDE Drame héroïque in cinque atti di Philippe Quinault Musica di Chistoph Willibald Gluck   Prima rappresentazione: Parigi, Opéra, 23 settembre 1777   Già celebre a Parigi, dopo Iphigénie en Aulide («Un trionfo!», scrisse addirittura Maria Antonietta) e la ripresa in francese dei successi viennesi (accolti con alterno favore), Gluck nel 1777 fu coinvolto in una di quelle controversie politico-culturali che appassionarono gli intellettuali parigini dell’epoca. Passata alla storia come querelle fra gluckisti e piccinnisti, la disputa (organizzata da politici, diplomatici e pubblicisti) si proponeva di opporre al rappresentante del melodramma riformato (Gluck) un campione dell’opera italiana (Piccinni), facendoli ‘gareggiare’ su uno stesso testo francese, il Roland di Quinault. Se Piccinni, forse ingenuamente, si prestò al gioco, Gluck, che già stava lavorando a quel soggetto, lo abbandonò subito e preferì un altro testo di Quinault che lo interessava: l’ Armide (già ce