PICCOLI FESTIVAL CRESCONO... ANCHE IN TEMPO DI COVID-19

Si può fare opera in tempi di coronavirus? La risposta è sì!!!

La risposta ci viene dalla sesta edizione del Pan Opera Festival che in queste settimane sta animando il piccolo borgo umbro di Panicale.

Dopo il concerto di apertura di fine agosto il festival si è spostato nella sua sede “naturale” e cioè al Teatro Caporali, piccola bomboniera, dove lo scorso fine settimana è andata in scena l’opera comica Rita di Gaetano Donizetti. Una bella sfida… che per l’impegno si può dire vinta.


L’orchestra è posizionata sul palcoscenico e non in buca mentre l’azione si svolge tutta in proscenio. Per chi non conoscesse l’opera, rappresentata postuma dopo dodici anni dalla morte dell’autore, un breve accenno alla trama.

La vicenda si svolge nella locanda di Rita, tirannica e manesca sposa del timido Peppe. La vita della coppia è sconvolta dall’inaspettato arrivo di Gaspar, il primo marito di Rita, che tutti credevano morto annegato e che era in realtà fuggito in Canada; Gaspar, che a sua volta crede Rita morta in un incendio, è ritornato per avere il certificato di morte della moglie e quindi potersi risposare. Quando i due si incontrano Gaspar tenta di fuggire, ma Peppe, che intravede l’occasione di liberarsi dagli schiaffoni di Rita, sostiene essere Gaspar il legittimo marito della sua attuale consorte. I due uomini decidono allora di affidare al gioco della morra la scelta su chi debba restare a fianco di Rita. Entrambi cercano di perdere, ma alla fine il vincitore risulta Gaspar. Rita, però, che non di rado subiva la mano pesante di Gaspar, non vuole saperne di tornare a essere sua moglie. Gaspar, fingendosi privo di una mano, provoca Beppe finché quest’ultimo dichiara il suo amore per Rita e la sua ferma intenzione di rimanere suo sposo; lo scaltro Gaspar, ottenuto così il suo scopo, prende congedo dalla coppia riconciliata.


Il regista Valerio Bufacchi, avendo a disposizione uno spazio molto ristretto occupato da un tavolo, due sedie ed un filo da stendere i panni, cerca di far muovere i cantanti in maniera credibile stando ad una didascalica aderenza al libretto. Un aiuto arriva dai dialoghi parlati, tipici dell’opéra comique, che riescono bene a contestualizzare l’azione.

La protagonista è impersonata da Annalisa Massarotto, soprano dal discreto volume e dal timbro abbastanza accattivante. A mio avviso la sua voce è un po’ troppo grossa, le agilità non sono precisissime ma nel complesso cerca di caratterizzare al meglio la “padrona” di casa.


Federico Buttazzo è un buon Beppe sia scenicamente che vocalmente. La voce non è amplissima, il volume non è immenso ma è abbastanza piacevole. Gli acuti certe volte non sono pienissimi ma, nel complesso, una buona prova.

Nejat Isik Belen interpreta Gaspare (il primo marito di Rita) con una pronuncia discreta e una linea di canto non sempre precisissima. La sua voce baritonale tende ad ingrossarsi forse troppo nelle note gravi e le agilità, specie nell’aria di entrata, non sono il suo forte. Scenicamente è molto credibile ma sicuramente è da rivedere su molti punti.


Plauso a Marion Zighi Orbi che impersona il cameriere Bortolo che ha il compito di aiutare gli spettatori nell’addentrarsi all’interno della storia (con un prologo recitato). Grazie anche alla sua spigliata presenza l’azione è movimentata il giusto.

La Pan Opera Festival Orchestra è diretta da Patrick David Murray (a cui si deve la riduzione orchestrale dell’opera) con mano abbastanza ferma. Certo lo stare dietro alle voci, in alcuni momenti, non giova ma nel complesso è una direzione improntata a tempi abbastanza spediti, senza badare troppo allo scavo della partitura.


 

Il festival proseguirà nel prossimo fine settimana con Il segreto di Susanna di Wolf-Ferrari… e noi ci saremo!

 

Qui di seguito il link per vedere lo spettacolo:

https://www.youtube.com/watch?v=Lu8OioEq7aU

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