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Visualizzazione dei post da 2023

A MILANO (in tv)... PER IL DON CARLO INAUGURALE

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Il Don Carlo  di Giuseppe Verdi ha un rapporto molto particolare con Milano e il Teatro alla Scala... vuoi perché il suo rifacimento in quattro atti voluto dal compositore di Busseto è nato proprio lì, vuoi perché tante inaugurazioni delle stagioni d'opera sono avvenute proprio con questo titolo, vuoi perché almeno negli ultimi tre Sant'Ambrogio che hanno visto in scena quest'opera qualcosa è andato storto. Personalmente ricordo la serata del 1992 con la stecca di Pavarotti e le sonore contestazioni del loggione, altra prima movimentata è stata quella del 2008 con le sostituzioni di cantanti nei giorni precedenti la recita condite dalle intense contestazioni alla direzione orchestrale di Daniele Gatti. Anche il Sant'Ambrogio si ricorderà per l'indisposizione di Michele Pertusi, che non gli ha permesso di esprimersi al meglio nel ruolo fondamentale di Filippo II, nonché per le prime avvisaglie di dissenso da parte di alcuni loggionisti (e credo che questa sia la prim

A ROVIGO... PER IL RITORNO A CASA DI PIGMALIONE DOPO 309 ANNI

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Correva l'anno 1714, e più precisamente la sera del 16 ottobre di quell'anno, quando sulle tavole di legno del palcoscenico del Teatro Manfredini di Rovigo andava in scena per la prima volta Pigmalione , dramma in musica con testo del poeta Francesco Passerini e musiche del maestro Giovanni Alberto Ristori. Onore al Teatro Sociale che ha scelto di riscoprire questo lavoro del musicista che, dopo gli anni veneti (quest'opera è stata da lui composta a 22 anni), fece fortuna come "compositore della musica italiana" alla corte di Dresda al servizio di Augusto II detto Il Forte, elettore di Sassonia e re di Polonia. Questa prima esecuzione in tempi moderni dell'opera di Ristori di è avvalsa della trascrizione musicale di Bernardo Ticci e della revisione drammaturgica di Marco Schiavon. Scrive il regista Federico Bertolani nel libretto di sala: "L'idea è quella di ricreare idealmente, con gli strumenti oggi a nostra disposizione, lo spettacolo e il presumib

A ROVIGO... PER LA TOSCA CHE INAUGURA LA STAGIONE 23/24

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La Stagione lirica n. 208 del  Teatro Sociale di Rovigo si è aperta, venerdì scorso, con la rappresentazione di uno dei capolavori assoluti del teatro musicale: Tosca di Giacomo Puccini. La rappresentazione di venerdì sera, in un teatro praticamente esaurito e molto istituzionale (presenti le massime autorità civili della provincia, a partire dal Prefetto) si è aperta con l'esecuzione dell'Inno di Mameli, cantato da tutti gli spettatori rigorosamente in piedi al quale è seguito, senza soluzione di continuità, l'attacco degli ottoni con cui inizia l'opera pucciniana. Vorrei partire innanzitutto dall'aspetto musicale che come sempre, a mio parere, riveste sempre l'aspetto maggioritario in merito alla riuscita o no della rappresentazione. Il cast del capolavoro pucciniano comprendeva alcuni validissimi e affermati interpreti assieme ad una schiera di comprimari di ottima fattura. Tosca è interpretata dalla brava Francesca Tiburzi: la sua è una voce abbastanza bruna

A PESARO (alla radio)... PER LA COPPIA AURELIANO / ADELAIDE

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Dopo la curiosità suscitata dall' Eduardo e Cristina  inaugurale il ROF 2023 è proseguito con altre due produzioni: Aureliano in Palmira  nel riallestimento dello spettacolo del 2014 con la regia di Mario Martone e Adelaide di Borgogna  in un nuovo allestimento con la regia di Arnaud Bernard. Avendo ascoltato le due opere alla radio mi soffermerò solo sull'aspetto musicale. Partendo da Aureliano  non si può prendere in esame la direzione orchestrale, affidata ad uno specialista della musica barocca come George Petrou. Sinceram ente l'esito della sua concertazione mi ha soddisfatto, riuscendo a dare alla buonissima Orchestra Sinfonica G. Rossini un bel timbro e giusti colori per il giovane Rossini. A cercare il pelo nell'uovo forse non sono risultate centratissime le dinamiche di tempo che, anche nel Rossini serio, sono la peculiarità del "cigno di Pesaro". Molto apprezzabile il cast, sia per l'impegno che per la resa, con le due punte di diamante dei ruoli

A PESARO (in tv)... PER LA PRIMA VOLTA DI "EDUARDO E CRISTINA"

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Finalmente dopo un bel po' di anni il Rossini Opera Festival segna un successo incondizionato per una riscoperta "vera" del catalogo rossiniano. Quest'anno infatti il festival si è aperto con la prima esecuzione assoluta dell'edizione critica di Eduardo e Cristina , lavoro scritto da Rossini per il Teatro San Benedetto di Venezia, e definito centone  cioè una partitura costituita quasi essenzialmente da brani tratti da altre composizioni.  Ascoltando l'opera sono evidenti proprio questi dettagli: non a caso i numeri che formano l'opera arrivano da Ermione, Adelaide di Borgogna, Ricciardo e Zoraide  nonché dal Mosè in Egitto , ma sono udibili anche echi che riportano al Barbiere  e alla  Donna del lago . Si tratta dunque di un Rossini minore? A mio parere nient'affatto... la straordinaria maestria del compositore pesarese ci porta un lavoro di tutto rispetto, con pagine di una bellezza estrema nonché di grande difficoltà per gli interpreti. E proprio da

A VERONA (in tv)... PER IL GIARDINO ARENIANO DEDICATO AL BARBIERE

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Sempre lodevole l'intento di portare la grande musica in tv in prima serata... Anche quest'anno la RAI porta nelle case degli italiani alcune produzioni della stagione in corso all'Arena di Verona. Si era iniziato a giugno con la diretta di Aida  e si prosegue con la messa in onda del Barbiere di Siviglia  di Gioachino Rossini, nell'allestimento ormai storico di Hugo De Ana e la direzione musicale di Alessandro Bonato. Lo spettacolo è ormai storico per il palcoscenico areniano perché il suo debutto è avvenuto nell'ormai lontano 2007 ma pare che non subisca il peso degli anni, pur nella complessità delle tante scene e movimenti che inevitabilmente si vedono (in tv forse un po' meno rispetto alla visione dal vivo) e che servono a riempire tutto lo spazio scenico. Ormai è famoso, anche per chi non l'ha mai visto, il grande giardino di rose che è animato da tante figure che quasi assomigliano agli abitanti di Lilliput (ricordi dei "Viaggi di Gulliver")

A BAYREUTH (in streaming)... PER IL PARSIFAL (SI DICE) TRIDIMENSIONALE

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I mesi di luglio e agosto sono tradizionalmente i mesi dei grandi festival musicali. Le grandi sale da concerto e i teatri (al chiuso e all'aperto) offrono programmazioni sia tradizionali che sperimentali. Il Festival di Bayreuth, come sempre ospitato nel tempio sacro del Festspielhaus, ha proposto come spettacolo di apertura la nuova produzione di Parsifal con la direzione musicale di Pablo Heras-Casado e la regia di Jay Scheib. Sulla parte visiva mi soffermerò brevemente nella seconda parte ma vorrei iniziare dall'aspetto sicuramente più interessante di tutto lo spettacolo: quello musicale. La direzione di Heras-Casado mi sa sinceramente sorpreso. Il suo è un Wagner molto "non tedesco", con tempi per lo più abbastanza spediti e ricerca di sonorità cristalline, caratteristiche queste che però non vanno ad inficiare l'amalgama e le pastosità del magma orchestrale concepito da Wagner. Certo non è il miglior Parsifal che io abbia ascoltato... ma sicuramente il più i

CAPODANNO IN MUSICA... IN TV

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Chissà perché ma se si pensa ad un concerto celebrativo di un particolare giorno dell'anno... a tutti viene in mente il Capodanno e i suoi immancabili concerti. Anche quest'anno si è riproposto in tv il dilemma: Vienna o Venezia? Questo grazie alla RAI che da anni ormai va a programmare il concerto veneziano nello stesso orario di esecuzione di quello viennese. Bisogna ribadirlo... non c'è storia tra i due concerti perché arrivano da due tradizioni ed esigenze completamente diverse così come il contesto nel quale vengono scelti i programmi è completamente agli antipodi (l'infinita musica da ballo degli Strauss & C. contrapposta alla sterminata produzione dell'opera lirica italiana e non). Anche in questo anno proprio la scelta dei programmi è stata palese: metà concerto veneziano era una riproposta di pezzi fatti anche negli anni più recenti mentre a Vienna quasi la metà dei brani eseguiti erano degli inediti per il concerto. Ma veniamo alle impressioni date dai