A ROVIGO... PER IL RITORNO A CASA DI PIGMALIONE DOPO 309 ANNI

Correva l'anno 1714, e più precisamente la sera del 16 ottobre di quell'anno, quando sulle tavole di legno del palcoscenico del Teatro Manfredini di Rovigo andava in scena per la prima volta Pigmalione, dramma in musica con testo del poeta Francesco Passerini e musiche del maestro Giovanni Alberto Ristori.

Onore al Teatro Sociale che ha scelto di riscoprire questo lavoro del musicista che, dopo gli anni veneti (quest'opera è stata da lui composta a 22 anni), fece fortuna come "compositore della musica italiana" alla corte di Dresda al servizio di Augusto II detto Il Forte, elettore di Sassonia e re di Polonia.

Questa prima esecuzione in tempi moderni dell'opera di Ristori di è avvalsa della trascrizione musicale di Bernardo Ticci e della revisione drammaturgica di Marco Schiavon.

Scrive il regista Federico Bertolani nel libretto di sala: "L'idea è quella di ricreare idealmente, con gli strumenti oggi a nostra disposizione, lo spettacolo e il presumibile evento mondano che nell'ottobre del 1714 hanno avuto luogo a Rovigo per il debutto della nuova opera di Giovanni Antonio Ristori".

La cosa funziona, anche per l'inserimento ex novo del personaggio del Podestà della città di Rovigo Girolamo Trevisan (interpretato dall'attore Giulio Canestrelli), a cui il poeta Passerini dedica un'accoratissima lettera nel frontespizio del libretto. Questi, interloquendo con gli spettatori in sala, li introduce all'argomento dello spettacolo ed inoltre ha una sorta di rapporto diretto con gli interpreti dello spettacolo, dichiarandosi lui stesso innamorato di uno dei personaggi femminili, la ninfa Isifile. Lo spettacolo nel complesso è godibile, con un allestimento scenico fatto da quinte semovibili che riproduno un paesaggio bucolico quasi da cartolina d'antan.

Oltre alla parte visiva grande era l'interesse per l'aspetto musicale.

L'intera opera è un susseguirsi di ariette, piccoli duetti e concertati che chiudono i due atti. Non si tratta senza dubbio di un capolavoro... ma lo spettatore ha potuto ascoltare la maestria di Ristori che ci riporta in pieno, con la sua musica, dentro il Barocco e il barocchismo. Piccola perla, a mio parere, l'aria melanconica del secondo atto cantata da Isifile "Se m'hai piagato il cor".

La direzione è affidata alla mano esperta di Federico Guglielmo che riesce a trovare buone sonorità e i giusti colori dal suo ensemble "L'Arte dell'Arco" che suona su strumenti d'epoca.

La compagnia di canto si fa ben valere, con punte d'eccellenza nei ruoli femminili.

Spigliatissima l'Eburnea di Silvia Frigato e molto convincente l'Isifile di Marina De Liso.


Tra i ruoli maschili convince a pieno Nicolò Balducci come Elviro mentre dalla linea vocale alquanto traballante è il Laurindo di Antonio Giovannini. Delude purtroppo il Pigmalione di Bruno Taddia, che imposta il suo canto su una linea forse troppo debordante per il personaggio che lo rende quasi un pesce fuor d'acqua rispetto a tutti gli altri.


Nel complesso... serata da incorniciare che rimarrà nella storia del Teatro Sociale. 

Peccato per il poco pubblico presente in sala.


Recita del 30 novembre 2023 - 🌟🌟🌟🌟



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