A VIENNA (in streaming)... PER IL DON CARLO CONTESTATO

Inaugurazione tra le più turbolente quella della nuova stagione lirica della Staatsoper di Vienna che ha scelto di affidare l'allestimento scenico al regista Kirill Serebrennikow. L'artista russo torna sul massimo palcoscenico viennese dopo lo spettacolo di Parsifal allestito 3 anni fa e che tante perplessità aveva destato.

Se qualche perplessità e dubbi aveva lasciato quell'allestimento peggio, molto peggio, è andata con questo Don Carlo verdiano che la sera della prima ha visto una sommossa del pubblico, tanto che il direttore d'orchestra è stato costretto, prima dell'inizio del terzo atto, ad alzare letteralmente bandiera bianca con un fazzoletto appoggiato alla bacchetta.

Le contestazioni, bisogna effettivamente dire, che hanno più di qualche ragion d'essere. Lo spettacolo è un insieme di idee messe lì ma non sviluppate. Anzi lo sviluppo drammaturgico previsto dal libretto verdiano il più delle volte è completamente avulso rispetto a quanto si vede in scena. Questa è sostanzialmente fissa e rappresenta una sorta di museo dove vengono conservati gli abiti originali dei personaggi della storia e, a mano a mano che questi entrano in scena, vengono svelati al pubblico. Tema centrale per Serebrennikow è quello delle libertà negate, ma soprattutto il problema del cambiamento climatico. Rodrigo infatti è un attivista che lavora nel museo ma ha a cuore le sorti del pianeta. Si potrebbe parlare di tante cose ma, a guardare lo spettacolo, che sicuramente è curato, non ci si riesce a raccapezzare.

Brutto e incomprensibile... non ci sono altri aggettivi per definirlo.

La parte musicale fortunatamente va a compensare quello che allo spettacolo manca.

Philippe Jordan dirige e concerta un buonissimo Don Carlo: ben pensata la scelta dei tempi, per lo più abbastanza spediti, e sonorità rotonde. In questo ha sicuramente giovato la scelta della versione milanese in quattro atti. Bene risponde alle sollecitazioni del direttore francese l'orchestra (che non dimentichiamo sono i mitici Wiener Philharmoniker), che accompagna bene i cantanti senza sovrastarli, in una concertazione complessiva di pregio.

Molto buona la compagnia di canto.

Roberto Tagliavini tratteggia un buonissimo Filippo II. Al debutto in questo ruolo, lo rende bene in scena: la sua linea di canto è abbastanza omogenea (ottimo a mio parere in tanti ruoli donizettiani e belliniani) e forse manca un po' di peso quando arriva in basso. Saprà col tempo migliorare ancora di più l'approccio a questo "monumento" tra i personaggi del mondo verdiano.

Asmik Grigorian debutta anch'essa nel ruolo di Elisabetta: la sua prestazione è un continuo crescendo e si staglia tra il duetto con Carlo del primo atto (in cui si dimostra ingenua e ragazzina ancora...) e la straordinaria aria del quarto atto che, per interpretazione e pregnanza, è la perla più bella di tutta la serata.

Joshua Guerrero si destreggia abbastanza bene nel ruolo del titolo, anche se non sempre dà l'impressione di essere nella parte. Troppo spinte alcune note e un'interpretazione abbastanza piatta e monocorde.

Molto bene invece il Rodrigo "attivista" di Etienne Dupuis anche se un po' di nobiltà di accento non guasterebbe.

Al pari si destreggia l'Eboli interpretata da Eve-Maud Hubeaux, che ben si staglia come giusto contraltare di Elisabetta.

Buono il Grande Inquisitore di Dmitry Ulyanov.

Buoni tutti i ruoli comprimari mentre è discreto l'apporto del coro del teatro, non sempre centrato nel rapporto palcoscenico/buca.


Diretta/differita streaming del 29 settembre 2024 - 🌟🌟


Di seguito il link per vedere lo spettacolo su ArteTV (visibile fino al 29.12.24):

Don Carlo Vienna

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