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Visualizzazione dei post da luglio, 2020

ARIANNA A NASSO... ANZI A MARTINA FRANCA

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Il secondo titolo operistico del Festival della Valle d’Itria di Martina Franca, in prosecuzione ideale al Borghese gentiluomo che ha inaugurato la rassegna 2020, è l’ Arianna a Nasso sempre di Richard Strauss nella versione del 1912 (quella che prevedeva in una sola serata sia l’opera a sfondo mitologico preceduta dalla pièce di Molière). Anche in questo caso il festival ha affidato la versione in lingua italiana a Quirino Principe e Valeria Zaurino. Un ringraziamento al Festival che, tramite la sua WebTV, ha dato la possibilità di assistere allo spettacolo a tutti coloro che l’avessero voluto. La parte musicale vede il direttore musicale del festival Fabio Luisi a capo dell’Orchestra del Teatro Petruzzelli di Bari, che sicuramente offre una prestazione molto più centrata rispetto al Borghese . Sarà stata la “statura” del direttore… ma dall’orchestra abbiamo sentito belle sonorità unite a una pulizia del suono veramente invidiabili. Il cast vocale a disposizione di

IL BORGHESE D'OGGI... TRA I TRULLI PUGLIESI

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Il Festival della Valle d’Itria di Martina Franca inaugura l’edizione 2020 con una nuova produzione de Il borghese gentiluomo di Richard Strauss. È questo infatti il primo tassello del “filo” che lega tutta la programmazione del festival di quest’anno incentrato proprio sul “mito di Arianna”. La conclusione del “filo” è poi con l’altra composizione di Richard Strauss Arianna a Nasso . Il festival ha scelto di eseguire entrambe le composizioni sopra menzionate di Strauss nella versione del 1912 e con il nuovo testo italiano curato da Quirino Principe e Valeria Zaurino. Il borghese gentiluomo di Molière è una commedia-balletto scritta per la corte di Francia e si conclude con un grande balletto al quale partecipano Jourdain e i suoi ospiti, che Jean-Baptiste Lully nobilita con la sua musica. Un'opera vecchio stile, potremmo ben dire, ma Strauss trova in essa l'opportunità di lavorare su un argomento molto semplice e con mezzi molto limitati, rispondendo così vittori

BAYREUTH... E' SEMPRE NEL SEGNO DI WAGNER

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Lo scorso sabato, 25 luglio, giornata che avrebbe dovuto sancire l’inizio dell’edizione 2020 del Festival di Bayreuth, il festival dedicato a Richard Wagner (rimandato in toto al prossimo anno) ha scelto di non “tacere” e di proporre al pubblico un concerto diretto dal direttore musicale del festival Christian Thielemann, coadiuvato da due artisti di casa a Bayreuth. Il concerto ospitato nella Villa Wahnfried di Bayreuth, dimora scelta dal sommo musicista tedesco, ha visto esibirsi per primi il tenore Klaus Florian Vogt e il soprano Camilla Nylund, accompagnati al pianoforte da Jobst Schneiderat, in due brevi brani tratti da Die Meistersinger von Nurnberg . Vogt ha iniziato con “Fanget an!”, brano nel quale ha cercato di esaltare la sua voce chiara e lirica. L’interpretazione non è centratissima e le note più acute sembrano prese non pienissimamente.  Insieme alla Nylund successivamente Vogt affronta il brano “Ja. Ihr seid es” nel quale sicuramente emerge di più il ca

ALMANACCO OPERISTICO - 26 luglio 2020 - PARSIFAL di R. Wagner

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PARSIFAL Dramma sacro in tre atti proprio, da Parzival di Wolfram von Eschenbach Musica di Richard Wagner Prima rappresentazione: Bayreuth, Festspielhaus, 26 luglio 1882 L’ultimo dramma musicale di Richard Wagner assume il valore di un’opera davvero summatica, per la ricchezza di simboli e l’intreccio di elementi filosofici, letterari e religiosi di cui si compone, e grazie ai quali si è posto come formidabile monumento per la cultura del decadentismo europeo. Infatti con Parsifal si consuma definitivamente la spinta eroica e volontaristica del romanticismo germanico e si aprono per contro significative contaminazioni di elementi sensuali e perfino morbosi con l’attrazione fatale per il misticismo e l’ascesi, in una tensione spiritualistica che allude a un complesso di situazioni e figure che sembrano persino anticipare più d’un tema dell’imminente scuola psicoanalitica. Alla base dell’imponente lavoro di Wagner sulle fonti letterarie, rimane il ruolo centrale del mito

ALMANACCO OPERISTICO - 24 luglio 2020 - FRIEDENSTAG di R. Strauss

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FRIEDENSTAG (Giorno di pace) Opera in un atto di Joseph Gregor Musica di Richard Strauss Prima rappresentazione: Monaco, Nationaltheater, 24 luglio 1938 In origine Friedenstag avrebbe dovuto costituire (dopo Die schweigsame Frau ) la seconda tappa della collaborazione fra Strauss e Stefan Zweig; quest’ultimo, già presagendo l’ostracismo che il regime nazista gli avrebbe fatto soffrire, aveva tentato di mettere in contatto Gregor e Strauss, con grande stizza di quest’ultimo, che non capiva le remore del poeta. La censura si rivelò di lì a presto spietata, come Zweig aveva previsto, e interdisse a Strauss il sodalizio con l’artista ebreo: fu così che i primi abbozzi di Friedenstag (battezzato in un primo tempo 24 Oktober 1648 ) passarono dalle mani di Zweig che li aveva redatti a quelle di Gregor che avrebbe dato loro la forma attuale. LA TRAMA La vicenda si svolge il 24 ottobre 1648, ultimo giorno della sanguinosa Guerra dei trent'anni, in una cittadell

ALMANACCO OPERISTICO - 22 luglio 2020 - I MASNADIERI di G. Verdi

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I MASNADIERI Melodramma tragico in quattro atti di Andrea Maffei, da Die Räuber di Friedrich Schiller Musica di Giuseppe Verdi Prima rappresentazione: Londra, Her Majesty’s Theatre, 22 luglio 1847 Il progetto de I masnadieri risale al 1846: nell’autunno di quell’anno Verdi si mise al lavoro sul libretto di Maffei, con la previsione di far rappresentare l’opera a Firenze nella stagione successiva. La sopraggiunta indisponibilità del tenore Gaetano Fraschini per il ruolo di Carlo indusse Verdi a rimandare il completamento dell’opera a un’altra, prestigiosissima occasione: il suo debutto fuori d’Italia, e per la precisione a Londra, combinato tra il 1844 e il 1845 dall’editore Lucca e previsto in un primo momento proprio per il 1846; le cattive condizioni di salute di Verdi, all’indomani della ‘prima’ di Attila , determinarono il rinvio alla stagione successiva. Nonostante varie difficoltà, legate anche al reperimento di un cast gradito al compositore, I masnadieri ottenne

I LOMBARDI VERDIANI... SI FERMANO A SPALATO

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Anche in Croazia, pur con tutte le restrizioni del caso dovute alla pandemia da Covid-19, la musica cerca di ripartire. Martedì scorso, 14 luglio, a Spalato si è inaugurato il locale festival estivo, giunto quest’anno alle 66 candeline, con una nuova produzione de I lombardi alla prima crociata di Giuseppe Verdi. Il pubblico, accolto nel suggestivo Peristilio di Diocleziano, da sempre sede del festival, era rigorosamente distanziato mentre invece sulla scena abbiamo assistito ad uno spettacolo “pieno”, senza le costrizioni che ancora (giustamente a mio avviso) in Italia e in altri paesi si adottano e delle quali abbiamo già parlato nella recensione del Rigoletto romano. La scena, come da tradizione a Spalato, è praticamente fissa per tutta la durata dell’opera. Gli unici elementi scenici sono delle scalinate che delimitano il palcoscenico e ad un grande arco centrale stilizzato che, a seconda dell’ambientazione, diventa di vari colori. La regia è affidata a Robert Boskov

RIGOLETTO ROMANO... SALVATO DA UNA ROSA

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La gioia degli appassionati di teatro musicale è sicuramente tanta per la ripresa, in più parti d’Italia e del mondo, degli spettacoli dal vivo con il pubblico. Non sempre però la ripresa dell’attività coincide con spettacoli degni di questo nome. È questa purtroppo la sensazione data dal Rigoletto verdiano andato in scena ieri sera nella particolarissima cornice del Circo Massimo e che ha di fatto segnato l’inizio della stagione estiva del Teatro dell’Opera di Roma. In conformità alle norme stringenti sul distanziamento sociale dovute alla pandemia da Covid-19, di fronte ad una platea di 1400 persone trova posto l’orchestra con i musicisti molto distanziati e un palcoscenico di 800 mq. sul quale Damiano Michieletto, assieme alla sua affiatata squadra di collaboratori, ambienta la vicenda del buffone di corte. Partirei innanzitutto dalla regia solo per il fatto che alla fine, facendo un bilancio complessivo dello spettacolo, pur con qualche scivolone, non è stata in a