A PESARO (in tv)... PER LA PRIMA VOLTA DI "EDUARDO E CRISTINA"

Finalmente dopo un bel po' di anni il Rossini Opera Festival segna un successo incondizionato per una riscoperta "vera" del catalogo rossiniano. Quest'anno infatti il festival si è aperto con la prima esecuzione assoluta dell'edizione critica di Eduardo e Cristina, lavoro scritto da Rossini per il Teatro San Benedetto di Venezia, e definito centone cioè una partitura costituita quasi essenzialmente da brani tratti da altre composizioni. 

Ascoltando l'opera sono evidenti proprio questi dettagli: non a caso i numeri che formano l'opera arrivano da Ermione, Adelaide di Borgogna, Ricciardo e Zoraide nonché dal Mosè in Egitto, ma sono udibili anche echi che riportano al Barbiere e alla Donna del lago.

Si tratta dunque di un Rossini minore? A mio parere nient'affatto... la straordinaria maestria del compositore pesarese ci porta un lavoro di tutto rispetto, con pagine di una bellezza estrema nonché di grande difficoltà per gli interpreti.

E proprio dall'aspetto musicale vorrei partire.

Compito non facile ma assolutamente riuscito quello di Jader Bignamini che riesce a trovare una giusta coerenza all'intera partitura. Il suo Rossini a mio parere guarda già quasi al preromanticismo (quello della Donna del lago per spingersi fino al Tell) pur mantenendo sempre una certa leggerezza. La scelta dei tempi e delle dinamiche orchestrali sono ben di supporto ai cantanti che, anche nei momenti in cui è richiesto loro il massimo sforzo, trovano il giusto appoggio da parte del direttore. Ottima la prova dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI così come buono (ma potrebbe fare sicuramente di più) anche l'apporto del Coro del Teatro Ventidio Basso.

Passando al cast le note sono sicuramente più che positive.

Enea Scala è un eccellente Carlo... la tessitura della parte scende in basso così come si alza molto in alto (un po' come quel grande fenomeno che è Michael Spyres) senza avere momenti di cedimento. La sua prova è ottima anche dal punto di vista del carattere del personaggio, senza dubbio il più interessante dell'intera vicenda. Assolutamente da applausi.

Ritorno in pompa magna al ROF per Daniela Barcellona che affronta ottimamente il ruolo di Eduardo. La sua voce sicuramente un po' di smalto l'ha perso (alcune puntature in basse tendono ad essere qualche volta un po' sfocate così come il registro acuto non è più corposissimo) ma la sua interpretazione, sia del lato guerriero che di quello amoroso del personaggio sono da incorniciare.

Degna compagna della Barcellona è la splendida sorpresa di Anastasia Bartoli che stupisce (almeno chi scrive) per la bellissima vocalità. La sua linea vocale è un fiume in piena e si sente come tendenzialmente non sia una cantante votata al belcantismo... ma se queste sono le premesse c'è da sperare che questa non sia la prima volta con Rossini. Quanto sarebbe interessante ascoltarla totalmente in Ermione (gran parte della sua parte arriva proprio da lì) vista la corposità del suo registro centrale nonché le ottime ascese in alto. Dolcissima sorpresa...

Così come è stata una sorpresa anche la prestazione di Matteo Roma come Atlei che canta in maniera ottimale l'impervia aria "Da nume sì benefico". Questo ragazzo, che se non ricordo male arriva dall'Accademia Rossiniana, è il giusto esempio di come il panorama vocale di oggi sia tutt'altro che scarso.

Buona anche la prova di Grigory Shkarupa nel ruolo per niente semplice di Giacomo.

Veniamo all'aspetto visivo dello spettacolo.

Sicuramente la trama non ha nulla di particolare e l'intera vicenda si può racchiuder ein pochissime righe. Cristina, figlia del re Carlo di Svezia, ed Eduardo, condottiero dell'esercito svedese, sono segretamente sposati e hanno un figlio, Gustavo. La relazione e l'esistenza del bambino vengono scoperti dopo che il re, ignaro, ha promesso Cristina in sposa al principe Giacomo. Cristina rifiuta un matrimonio riparatore e così lei ed Eduardo vengono imprigionati. Eduardo ha la possibilità di riabilitarsi quando l'amico Atlei lo libera in seguito ad un improvviso attacco dei russi. Sconfitto il nemico, Eduardo rimette al re la propria vita, chiedendo la libertà per Cristina e Gustavo. Carlo lo perdona e acconsente all'unione con la figlia. 

Di fronte ad un soggetto così esile bisognava cercare una chiave di lettura... e qui Stefano Poda (chiamato assieme alla regia anche a realizzare scene, costumi, luci e movimenti coreografici) cerca di portarci la sua idea. Per la verità a guardare lo spettacolo sembra di tornare indietro nel tempo ad alcune sue regie molto simili (penso all'Aida areniana, alla Thais torinese e anche alla Lucia donizettiana vista a Rovigo più di 10 anni fa). La sua autoreferenzialità porta a guardare sempre con lo stesso occhio gli spettacoli che, purtroppo a mio parere, sono sicuramente belli da vedere ma poco lasciano allo spettatore. L'intero palcoscenico è continuamente riempito da mimi e ballerini (tutti bravissimi tra l'altro) in un continuo muoversi di corpi e sculture fisse (quelle delle installazioni che racchiudono il palco) e mobili (i corpi dei figuranti). In tutto questo si percepisce la tensione e lo strazio emotivo della coppia di amanti e la preoccupazione per la sorte del loro figlioletto, con un finale che comunque non è lieto per tutti, quantomeno per Carlo. A conti fatti... una regia interessante da vedere ma che molto di più doveva dare allo spettacolo.


Diretta/differita dell'11 agosto 2023 - 🌟🌟🌟🌟

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