CAPODANNO IN MUSICA... IN TV

Chissà perché ma se si pensa ad un concerto celebrativo di un particolare giorno dell'anno... a tutti viene in mente il Capodanno e i suoi immancabili concerti.

Anche quest'anno si è riproposto in tv il dilemma: Vienna o Venezia? Questo grazie alla RAI che da anni ormai va a programmare il concerto veneziano nello stesso orario di esecuzione di quello viennese.

Bisogna ribadirlo... non c'è storia tra i due concerti perché arrivano da due tradizioni ed esigenze completamente diverse così come il contesto nel quale vengono scelti i programmi è completamente agli antipodi (l'infinita musica da ballo degli Strauss & C. contrapposta alla sterminata produzione dell'opera lirica italiana e non).

Anche in questo anno proprio la scelta dei programmi è stata palese: metà concerto veneziano era una riproposta di pezzi fatti anche negli anni più recenti mentre a Vienna quasi la metà dei brani eseguiti erano degli inediti per il concerto.

Ma veniamo alle impressioni date dai due spettacoli.


CONCERTO DI CAPODANNO DEL TEATRO LA FENICE DI VENEZIA

Parto innanzitutto dai punti di forza di questa edizione che sono stati Daniel Harding, Federica Lombardi e Freddie De Tommasi. Il direttore inglese dirige per la quarta volta il concerto e lo fa con un piglio veramente eccezionale. La sua mano si sente e l'orchestra suona veramente bene, seguendolo a menadito in ogni sua richiesta (peccato dover aspettare più di un mese prima di poter ascoltare in tv anche la prima parte del concerto, con l'esecuzione della Sinfonia "Italiana" di Mendelssohn). 

Ottimo l'apporto di Federica Lombardi che passa dalla melodica e meditata Casta diva belliniana allo spumeggiante ma calibratissimo Valzer di Musetta Quando men vo' dalla Boheme pucciniana. La stessa soprano (da me apprezzatissima nel repertorio mozartiano) ben si disimpegna poi nel finale di Turandot così come nel Brindisi dalla Traviata che chiude il concerto. 

De Tommaso si fa apprezzare per la buonissima esecuzione di La fleur que tu m'avais jetée (con una piccolissima incertezza nel finale) dalla Carmen così come canta veramente bene Nessun dorma. La sua vocalità, pur essendo spinta ma comunque molto lirica, non lo fa sfigurare neanche nel Brindisi finale.

Al netto di tutto questo è l'insieme del concerto che purtroppo continua a non convincere ed in particolar modo a latitare è sempre la scelta dei brani in programma. Va bene il Va pensiero, va bene il Brindisi, ma continuare ad ostinarsi a far cantare tutti gli anni o quasi il finale della Turandot (che chissà perché non cominciano a dire che è stato scritto da Alfano su schizzi di Puccini), il Nessun dorma, il finale della sinfonia del Guglielmo Tell, l'intermezzo della Cavalleria o anche la sinfonia dalle Nozze mozartiane (questi due brani erano già nel programma diretto da Harding due anni fa) la dice lunga su quanto, artisticamente parlando, gli organizzatori ci tengano a questo concerto. Se questo deve essere la vetrina del nostro paese e del melodramma nel mondo allora bisogna pensare a dei cambiamenti altrimenti i primi a stufarsi saranno proprio coloro che amano questo repertorio. Non si dice di eseguire la sinfonia da Il borgomastro di Sardaam di Donizetti oppure La mamma morta dall'Andrea Chenier di Giordano ma qualche pezzo diverso non potrebbe che fare bene alle sorti del concerto.

Altre due sono le pecche: i balletti (e qui si è voluto copiare... ma male... Vienna) e i commenti. I primi sono parsi poco consoni con la musica eseguita: ballare sulle note dell'Intermezzo dalla Cavalleria rusticana è parsa scelta veramente scellerata. Sui commenti neanche mi soffermo, perché brutti e inutili. Se si continua così sarebbe meglio evitarli...

Complessivamente un concerto eseguito molto bene ma carente in programmazione e contesto.

★★★☆☆


CONCERTO DI CAPODANNO DEI WIENER PHILHARMONIKER

Esito quasi scontato, ma non del tutto, per il Concerto di Capodanno dei Wiener Philharmoniker diretti quest'anno da Franz Welser Most.

Il programma del concerto, come si scriveva sopra, era in questa occasione ancora più accattivante del solito perché conteneva una marea di brani mai eseguiti proprio durante i concerti dal 1939 ad oggi. Qui siamo praticamente all'opposto di quanto accaduto a Venezia: i Wiener Philharmoniker potrebbero suonare questo repertorio anche senza direttore e i risultati non cambierebbero. 

Nulla da dire sulle qualità di Welser-Most ma a lui manca quella verve che può arrivare a far spumeggiare ogni brano. Il programma messo in piedi dagli organizzatori era stimolantissimo, con tre valzer di Josef Strauss uno più bello dell'altro e la chicca della partecipazione del coro di voci bianche, le polke veloci sono abbondate... ma non hanno avuto in chi ascoltava quell'effetto "solito" di farti saltare sulla sedia. Persino la "mitica" Marcia di Radetzki non ha entusiasmato come altre volte. Il direttore austriaco è un fine concertatore e nei brani più melodiosi si sente il suo tocco. Rimane al termine, però, un po' di amaro in bocca perché la percezione è stata quella di un ottimo concerto al quale mancava la ciliegina finale.

★★★★☆


Commenti

Post popolari in questo blog

A MILANO (in tv)... PER IL DON CARLO INAUGURALE

A ROVIGO... PER LA "GELIDA MANINA" DELLA BOHEME PUCCINIANA

A VERONA (in tv)... PER IL GIARDINO ARENIANO DEDICATO AL BARBIERE