ERNANI ESEGUITO A PARMA... NOBILISSIMA VISIONE

 Un Ernani nobilissmo quello ascoltato al Teatro Regio di Parma in occasione del Festival Verdi.

La mancanza di scenografie e drammatizzazione (scelta inevitabile dovuta alla pandemia) fanno sì che il pubblico si possa concentrare totalmente sulla bellissima musica che Verdi scrive in questa partitura che, a mio avviso, è la più raffinata del primo periodo compositivo del musicista di Busseto.

Se poi si ha a disposizione un ottimo direttore come Michele Mariotti... allora il connubio musica/Verdi ottiene la sua declinazione perfetta.

Il direttore pesarese scava ogni singola nota della partitura e dona un colore unitario a tutta l'opera: quello della fiera nobiltà, non solo in senso stretto ma soprattutto in quello dell'animo. Ernani è trattato, nei colori e nell'accompagnamento, non come un bandito ma come una persona piena di "nobiltà". L'Orchestra Toscanini segue molto bene le scelte del direttore che impone un ritmo mai frenetico, con alcuni momenti più rilassati ma musicalissimi. La tensione drammatica non cala mai e questo lo si avverte subito con le prime note della tromba nel preludio sino ad arrivare alla morte di Ernani. Una prova maiuscola quella di Mariotti che oso paragonare al "mio" Ernani di riferimento, quello di Muti alla Scala nel 1982.

Il cast è molto buono e vede primeggiare la bellissima e musicalissima voce di Eleonora Buratto. La sua estensione è ampia, piena: ha un bel registro acuto, mai sforzato e luminoso ma nello stesso tempo è dotata di un registro grave molto corposo. La sua è una Elvira (ruolo che credo debuttasse proprio a Parma) di primissimo livello.

Piero Pretti è un Ernani di tutto rispetto. La sua voce si muove molto bene tra le note che Verdi scrive e la sua tecnica, seppur non supportata da un timbro eccezionale, lo porta ad una buonissima prova.

Il Don Carlo di Vladimir Stoyanov è abbastanza centrato anche se un po' al di sotto dei due protagonisti. La sua linea di canto comincia a risentire dei parecchi anni di carriera alle spalle ma nel complesso una buona prova esplicata in una riuscita "O dei verd'anni miei".

Interessante il Silva di Roberto Tagliavini che ci presenta una prova in crescendo. Un po' restio e poco incisivo nella sua aria d'entrata pian piano, nel corso della recita, prende sempre di più confidenza e alla fine ci lascia una buonissima prova.

Buoni i ruoli comprimari e un plauso speciale per l'ottima prova del Coro del Teatro Regio, preparato da Martino Faggiani, vero quinto protagonista dell'opera.


Qui di seguito il link per poter seguire lo spettacolo:



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