A ROMA (in streaming)... PER LA NUOVA FATICA DI GIORGIO BATTISTELLI

Il Teatro dell’Opera di Roma inaugura la sua nuova stagione con una novità assoluta in prima esecuzione mondiale: Julius Caesar di Giorgio Battistelli, con la direzione del maestro Daniele Gatti e la regia di Robert Carsen.

Premetto subito che non sono un grande amante della musica contemporanea e in particolar modo dell’opera lirica dei giorni nostri, ma mi sono approcciato con vivo interessa a questo lavoro.


Battistelli continua il lavoro sui grandi capolavori di Shakespeare assieme al suo fidato librettista Ian Burton (la prima tragedia affrontata è stato il Richard III) ed assieme a lui confeziona un lavoro sicuramente interessante. La vicenda ripercorre abbastanza fedelmente il testo shakespeariano con alcune scelte extra, come per esempio la scelta di un ruolo più significativo del fantasma di Cesare che non solo si fa vedere a Bruto prima della Battaglia di Filippi contro Ottaviano ma ha un ruolo fondamentale nel suicidio dello stesso Bruto e di Cassio. Per il resto la vicenda è quella della tragedia del Bardo.


“Più che un lavoro sulla violenza, è un lavoro psicologico. Non è un’opera di violenza, ma amletica, di dubbio. È una scrittura densa, cupa – ha spiegato Battistelli – Sul piano drammaturgico e musicale, ci sono parti dove il canto fuori scena si incastra nell’orchestra, ibridazioni tra suono dell’orchestra e suono umano. La partitura mi è stata commissionata tre anni fa e viene da un’idea e da una proposta di Carlo Fuortes, sovrintendente uscente dell’Opera di Roma – ha continuato il compositore – il lavoro è stato completato prima della pandemia, ma in vista dell’esecuzione, ho semplicemente previsto la possibilità di qualche riduzione di organico in orchestra. Vedremo in scena il Parlamento italiano.”


E infatti in scena sembra proprio di esser al Senato della Repubblica italiana, con l’emiciclo e gli scranni rossi. Carsen è un grande maestro della regia e assieme al suo team (Radu Boruzescu per le scene e Luis F. Carvalho per i costumi) ambienta l’opera ai giorni nostri ma non se ne sente la differenza tra quella che è la trama sottintesa rispetto a quello che si vede in scena. Tra i meriti di Carsen c’è anche quello di far recitare come si deve i cantanti, e la cosa non è sempre scontata. Alla fine uno spettacolo riuscito, che si fa guardare con interesse.


La musica di Battistelli è molto particolare, prevalentemente cupa… le sonorità sono nel complesso nere e ricalcano il testo quasi in maniera pedissequa. L’uso dei fiati è preponderante così come molto sollecitate sono tutte le percussioni. Daniele Gatti la dirige con passione e con ottimi risultati (molto bene suona l’orchestra): si sente ogni singola sezione dell’orchestra che mai tende a sovrastare le voci in palcoscenico, il tutto risulta nitido pur nella cupezza di tutta la partitura.

Grande protagonista è anche il coro, che è quasi trattato come un personaggio a sé, che è ben preparato da Roberto Gabbiani.

Dei tredici cantanti in locandina va una menzione per il Cesare di Clive Bayley così come se la cavano egregiamente Elliot Madore (Bruto) e Dominic Sedgwick (Antonio). Ben delineato poi l’unico ruolo femminile, quello di Calpurnia, interpretato da Ruxandra Donose. Tutta la compagnia di canto, comunque, con qualche alto e basso è all’altezza del compito.


 

Diretta/differita streaming del 20 novembre 2021 – 🌟🌟🌟🌟


Qui di seguito il link per vedere lo spettacolo:

https://www.raiplay.it/programmi/juliuscaesarteatrodelloperadiroma

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