NOTE FELICI... DALLA TRAVIATA MODENESE
Grazie allo splendido lavoro dei tecnici del progetto “Opera streaming” domenica pomeriggio si è potuto assistere alla ripresa in diretta della nuova produzione de La traviata di Giuseppe Verdi, dal Teatro Comunale “Luciano Pavarotti” di Modena.
La messa in scena è a cura di
Stefano Monti che, oltre alla regia, ha curato anche le scene e i costumi dello
spettacolo. Il regista ha scelto di utilizzare l’intera platea come
palcoscenico, con il pubblico a occupare palchi e gallerie mentre l’orchestra
occupava una parte del palcoscenico. L’impianto è quindi particolare ma, credo,
che la cosa abbia abbastanza giovato al connubio canto/accompagnamento in
quanto tutti gli artisti (solisti e coro) potevano ben vedere il direttore
d’orchestra che poteva così guidare tutte le masse artistiche senza problemi.
Nell’ampia platea del teatro modenese pochissimi sono gli arredi (un grande
tavolo rettangolare con tovaglia rossa nel primo atto, un tavolo rotondo
ricoperto di velluto verde nel secondo e un letto con alcune poltrone nel
terzo) che però sono ben posizionati e, insieme al posizionamento dei coristi,
riempiono lo spazio in maniera giudiziosa. Certo… non è possibile un grande
avvicinamento tra le persone (effetto Covid-19) ma nel complesso lo spettacolo
si guarda con interesse. Ci sono sicuramente dei bei momenti, come la danza
della ballerina sulla musica delle “zingarelle” così come è interessante,
sempre nella seconda scena del secondo atto, il movimento circolare di solisti
e coro attorno al tavolo rotondo, quasi a mimare lo scorrere veloce del tempo
che piano piano sta portando via Violetta oltre che far precipitare gli eventi.
Sostanzialmente assistiamo ad uno
spettacolo classico, nel senso migliore del termine.
Anche la parte musicale è buona,
con qualche alto e basso, ma complessivamente si fa apprezzare.
Violetta è interpretata dal
giovane soprano Maria Mudryak, che ci lascia una buona interpretazione sia attorialmente
che vocalmente. L’artista kazaka è dotata di una bella voce che si addice molto
al lato melodico e sentimentale di Violetta, un po’ meno a quello più variegato
e legato alle agilità. Il primo atto è sicuramente buono anche se parecchie
difficoltà si riscontrano sul finale dello stesso, con un ultimo acuto preso
non in maniera precisissima e che all’udito è risultato particolarmente “duro”.
Molto più sicura nel secondo atto, lascia un’ottima impressione nel finale
dello stesso con un bel “Alfredo, Alfredo di questo core”. Ottimo, a mio
avviso, il suo terzo atto con un commovente “Addio del passato” e un finale in
ulteriore crescendo. Nel complesso, pur non avendo a disposizione tutta la complessa
vocalità richiesta da Violetta, un buon ricordo per questa interpretazione
della Mudryak.
Matteo Lippi ha tutte le carte in
regola per poter essere un ottimo Alfredo: e così è stato. Dotato di un bel timbro oltre che di uno
squillo generoso, ha portato in scena un Alfredo impetuoso e immaturo nel primo
e secondo atto che un po’ alla volta arriva però alla consapevolezza e alla
maturità. Una bella prova veramente.
Stessi elogi possono andare anche
a Ernesto Petti, che impersona un Giorgio Germont dallo slancio giovanile ma
nello stesso tempo austero ed imponente. Punte della sua prestazione l’ottima
riuscita del duetto con Violetta oltre ad una buonissima esecuzione di “Di Provenza
il mar, il suol”.
Buoni anche i comprimari sui
quali, a mio avviso spicca, l’Annina di Lucia Paffi.
La concertazione musicale dello
spettacolo è affidata ad Alessandro D’Agostini che ottiene buone sonorità dall’Orchestra
Filarmonica Italiana. La scelta dei tempi non è sempre felicissima, a mio
parere, perché un po’ troppo spesso si risolve in velocità forse sopra la media
che fanno perdere la pastosità e l’amalgama che dovrebbe avere il tessuto
orchestrale verdiano. Nel complesso una buona concertazione a cui va dato
merito di averci offerto entrambe le strofe delle due arie di Violetta, mentre
una nota di demerito è quella di aver tagliato la ripresa della cabaletta di
Alfredo “O mio rimorso, o infamia” così come la ripresa della cabaletta di
Germont padre “No, non udrai rimproveri”.
Tirando alla fine le somme… una
serata molto positiva: viva La traviata… viva Verdi!!!
Per chi volesse vedere lo
spettacolo, questo è il link:
Commenti
Posta un commento