A ROVIGO... PER LE VICENDE DI SUSANNA E GIANNI

La stagione lirica 2023/2024 del Teatro Sociale di Rovigo si è chiusa, durante il fine settimana appena trascorso, con la messa in scena di un dittico particolare: Il segreto di Susanna di Ermanno Wolf-Ferrari e il famosissimo Gianni Schicchi di Giacomo Puccini.

Queste due "operine" (intermezzo il primo e atto unico il secondo) hanno senza dubbio in comune il senso dell'equivoco e del segreto: quello di Susanna che vuole nascondere all'amato Gil la sua passione per il fumo e le sigarette così come la scelta dei familiari di Buoso Donati di farne conoscere la dipartita non prima di aver fatto redigere un nuovo testamento, con la complicità di Schicchi, che evitasse a tutti loro di rimanere a bocca asciutta.

Anna Cuocolo, regista di entrambi i lavori, fa sicuramente un lavoro accurato sui cantanti e sui mimi facendo risaltare l'aspetto buffo ma mai andando oltre il sorriso. E questa, a mio parere, è una cosa buona perché quando si arriva alla risata vuol dire che non si è fatto bene il proprio dovere di regista.

La messa in scena, supportata dalle belle scene di Giulio Magnetto, ci porta agli anni '40 del secolo scorso e ben si addicono alle due situazioni. Tutti gli interpreti sono ben spigliati e si vede come siano a perfetto agio sul palcoscenico. Non si vedono cose particolari ma tutto fila liscio.

Unico neo della regia, se posso permettermi, è stato nel Gianni Schicchi, quando i personaggi in scena hanno fatto per ben due volte il "saluto romano". Certo pensando all'ambientazione temporale ci può anche stare ma parere di scrive una caduta di stile che, pur non inficiando la resa complessiva dello spettacolo, non è assolutamente piaciuta.

L'aspetto musicale si abbinava abbastanza bene a quanto visto in scena.

Vero mattatore della serata si può ben considerare Biagio Pizzuti, che ha dato prova di ottima resa e tenuta vocale sia come Gil nel Segreto di Susanna sia come ruolo del titolo in Gianni Schicchi. Prova eccellente la sua, ripagata dai tanti applausi del pubblico.

Buona la prova di Deborah Solange nel doppio ruolo di Susanna e Lauretta. La sua è una "vocina" che fa molta fatica a sovrastare il magma orchestrale. Nel complesso però una prova piacevole, con il cameo di un buonissimo "O mio babbino caro".

Interessante la prova di Matteo Mezzaro, un Rinuccio spigliato e dalla voce ben proiettata mentre abbastanza deludente è la Zita di Valeria Girardello, dalla voce flebile e poco proiettata oltre che pochissimo udibile quando l'orchestra aumentava di qualche decibel.

Nel complesso abbastanza buone, vocalmente parlando, le prestazioni di tutti i comprimari. Da ricordare in particolare Andrea Pellegrini (Simone) e Matteo Urbani (Gherardo).

Elisabetta Maschio dirige con piglio e attenzione l'Orchestra del Conservatorio "F. Venezze" di Rovigo (coadiuvata da alcuni elementi dell'Orchestra Regionale Filarmonia Veneta) che si dimostra, nel complesso, abbastanza malleabile rispetto alle richieste della direttrice. Sicuramente nell'intermezzo di Wolf-Ferrari si sono sentite più atmosfere ricercate (qui sono piaciuti tantissimi i momenti più lirici dove anche le prima parti dell'orchestra, soprattutto nella sezione dei fiati, hanno dato il meglio) rispetto allo Schicchi dove si è badato di più al metronomo e all'andare tutti assieme. Comunque si parla sempre di un'orchestra di studenti e perciò... tanto di cappello per i risultati raggiunti.


Recita del 19 aprile 2024 - 🌟🌟🌟

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