A MARIBOR (in streaming)... PER UNA BUTTERFLY ITALO/SLOVENA

All’Opera di Stato Slovena di Maribor è andata in scena nei giorni scorsi un interessante edizione di Madama Butterfly, capolavoro di Giacomo Puccini.

Lo spettacolo, non nuovo e prodotto interamente dall’istituzione culturale slovena, vede intrecciarsi un solido connubio italo-sloveno: l’allestimento ha la regia di Pier Francesco Maestrini, la direzione orchestrale è affidata al maestro Stefano Romani, mentre il cast vocale è quasi interamente sloveno.


Lo spettacolo di Maestrini, con scene di Nicolas Boni e costumi di Luca dall’Alpi, è nel solco della tradizione. Un unico ambiente per tutta l’opera fa da sfondo alle vicende tragiche della piccola Cio-Cio-San: una tipica casa giapponese, con pareti mobili si innalza in alto, accessibile attraverso una serie di passerelle in legno mentre sullo sfondo di essa (che è sulla collina di Nagasaki) si vede il mare, ora calmo ora tranquillo, oppure tanti ciliegi in fiore. Il regista sta dalla parte della classicità e nulla pare storpiato rispetto a quanto presente nel libretto. Discreta la movimentazione delle masse artistiche nel primo atto mentre nel secondo lo spazio è ben occupato dai personaggi e dalle varie situazioni.

Nel complesso un bello spettacolo, senza alti e bassi, e che si guarda con piacere.

Il maestro Stefano Romani non è nuovo a Butterfly (personalmente ho apprezzato la sua direzione di quest’opera nel 2019 al Sociale di Rovigo) e si sente come la partitura gli sia congeniale. Riesce ad ottenere dall’orchestra del teatro sloveno delle buone armonie anche se in alcuni momenti il metronomo tende ad essere abbastanza veloce, mettendo un po’ in difficoltà i cantanti. Di questo ne fanno un po’ le spese soprano e tenore nella parte finale del grande duetto che chiude il primo atto. Complessivamente una direzione solida, di buona routine.


Il cast è capitanato dal soprano di casa Rebeka Lokar che tratteggia una buona Cio-Cio-San. Certo… il fisico possente non la aiuta ma la sua voce e la linea di canto sono apprezzabili. Arriva un po’ stanca alla fine ma riesce a mettere in mostra delle buone qualità.


Renzo Zulian (tenore che ho ascoltato spesso nei teatri di tradizione veneti e emiliani) affronta con una certa spavalderia il difficile ruolo di Pinkerton. Se scenicamente non va oltre qualche camminata di qua e di là, la sua voce è ancora apprezzabile. Pur con gli anni che inevitabilmente avanzano la sua linea di canto e il suo timbro si apprezzano per la giusta limpidezza. Un po’ affaticato nel finale porta, come si sul dire, a casa la recita in maniera buona.


Il console Sharpless è interpretato da Jaki Jurgec che ha parecchie difficoltà dovute ad un vibrato un po’ troppo presente, una pronuncia alquanto complicata oltre ad alcuni evidenti cali di tensione di fiato che lo portano a non avere note precise, sempre un po’ sfocate e calanti.

Buona la prestazione di Irena Petkova nel ruolo di Suzuki, discreto il Goro di Dusan Topolovec mentre risulta quasi inascoltabile lo zio Bonzo di Alfonz Kodric.

Appena sufficienti gli altri interpreti.


 

Di seguito il link per vedere lo spettacolo:


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