A PESARO (in tv)... PER BIANCA E FALLIERO

Il ROF 2024, che coincide con l'anno in cui Pesaro è festeggiata come Capitale della Cultura Italiana, si è aperto con la nuova produzione di Bianca e Falliero, melodramma in due atti con libretto di Felice Romani (ultima collaborazione questa tra lo stesso e Rossini), andato in scena per la prima volta la sera di Santo Stefano del 1819 alla Scala di Milano.

Per rinfrescare ai più... ecco alcuni cenni sulla vicenda.

Atto primo. Una congiura ai danni del governo veneziano, ordita da potenze straniere, è stata sventata. Il ricco senatore Capellio, innamorato di Bianca (figlia dell’altro senatore Contareno), ne chiede ed ottiene la mano dal padre. Viene affisso per le vie della città il decreto, suggerito da Contareno, che punisce con la morte qualunque nobile veneziano abbia rapporti con gli ambasciatori di potenze straniere. Capellio è perplesso, ma il Doge ricorda le minacce che gravano su Venezia, nonché le voci secondo cui il generale Falliero sarebbe caduto sul campo di battaglia. Ma Falliero fa il suo ingresso in Piazza San Marco seguito dagli ufficiali. Bianca gioisce per il ritorno del suo amato. Contareno annuncia alla figlia che in lei è riposta ogni speranza di risollevare le sorti della famiglia e che per lei ha scelto lo sposo più degno. Bianca crede che si tratti di Falliero e rimane atterrita quando sente il nome di Capellio. Contareno la richiama al suo dovere di figlia, minacciando di ripudiarla e di usare il proprio potere per rovinare la carriera del giovane eroe. Falliero è convinto di potersi finalmente presentare in casa di Contareno come degno partito per Bianca. Bianca, angosciata, gli comunica che il padre si oppone alle loro nozze, ma gli nasconde le minacce paterne. Entrano il corteo nuziale, Contareno, Capellio e infine Bianca. La ragazza è rassegnata, ma al momento di firmare il contratto tenta di sottrarsi. Irrompe Falliero, che la rimprovera di essere spergiura. Contareno gli ordina di uscire.

Atto secondo. Bianca viene convinta dalla nutrice Costanza ad incontrare Falliero un’ultima volta. Nel loro colloquio gli ribadisce il suo amore ma insiste di non poter disubbidire al padre. Arriva Contareno e Falliero non ha altra via d’uscita che varcare il muro comunicante con il palazzo dell’ambasciata spagnola. Contareno vuol celebrare subito le nozze, ma Bianca cerca nuovamente di opporsi. Al suo rifiuto Capellio si allontana sdegnato per l’offesa ricevuta. Contareno infuriato vuole ripudiare la figlia. Giunge in quell’istante il cancelliere Pisani con una notizia sorprendente: Falliero è stato colto nel palazzo dell’ambasciatore spagnolo e per giudicarlo si riunirà immediatamente il Consiglio dei Tre. Chiamato dinnanzi al Consiglio (composto da Loredano, Capellio e Contareno) il giovane generale non cerca nemmeno di difendersi. Interviene uno sconosciuto che si presenta quale «complice del reo»; questi altri non è che Bianca, che ribadisce il suo amore per Falliero. Contareno cerca comunque di farlo condannare ma Capellio, già contrario alla severa legge, ora si è convinto della sincerità dei due giovani. Il giudizio passa dunque al Senato intero, che assolve Falliero. Contareno tenta ancora di opporsi alla loro unione, ma ormai è troppo tardi: per non perdere l’affetto della figlia acconsente rassegnato all’unione dei due giovani.

I ricordi d'ascolto di quest'opera non possono non andare allo spettacolo pesarese del 1986 con un cast formidabile (Ricciarelli, Horne, Merritt, Surjan e direzione di Renzetti) che aveva sancito, allora, la rinascita di questo che, seppur non sia un capolavoro assoluto, è uno dei melodrammi rossiniani credo più complicati da allestire perché, oltre ad una serie di ruoli vocalmente ardui ci pone di fronte dei personaggi, dal punto di vista drammaturgico, abbastanza ambigui. Forse l'unico personaggio a tutto tondo dall'inizio alla fine è Contareno... cattivo sì ma che accetta il bene per la figlia.

In questa ottica pare muoversi, senza fare danni, la regia di Jean Louis Grinda. Per carità... nulla di trascendentale, anzi molto tradizionale come impostazione. Ci sono grandi pareti ed elementi scenografici abbastanza stilizzati che si muovono abbastanza con regolarità. All'interno di questo spazio si muovono le masse e i protagonisti: gestualità minima e nulla di eclatante. Alla fine, al netto della domanda che nasce spontanea su chi sia la signora anziana che accompagna sempre Contareno e Bianca, uno spettacolo che si guarda senza patemi d'animo... ma che sicuramente poco sarà ricordato.

In questo contesto di apparente normalità dato dall'allestimento si muove la parte musicale, che sicuramente risulta essere l'aspetto più interessante della serata.

Roberto Abbado torna al ROF dopo 7 anni (ultima sua direzione Le siége de Corinthe nel 2017) e porta tutta la sua esperienza e propensione nei confronti di un repertorio a lui sicuramente congeniale. La sua è una concertazione non troppo opulenta ma nello stesso tempo non troppo asciutta. Il filo musicale è unico e, pur essendo l'opera formata da numeri chiusi, si intuisce la volontà di portare il suo sviluppo attraverso una linea continua. Ottima la scelta dei recitativi accompagnati da fortepiano, violoncello e contrabbasso. Prova eccellente dell'Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI (alcuni momenti solistici sono risultati all'ascolto sublimi grazie alla qualità delle sue prime parti) e buonissimo l'apporto del Coro del Teatro Ventidio Basso, preparato da Giovanni Farina.

Si parlava prima di cantanti fondamentali... e quindi veniamo a loro.

Jessica Pratt è una Bianca elettrizzante: da lei ci si aspettano acuti e sovracuti a go go e così è (l'unico neo in questo è l'acuto finale che, tenuto troppo, ha rischiato di fare crack). Le sue colorature però non sono fine a sé stesse ma si incastrano in una visione musicale a tutto tondo del personaggio di Bianca: alcuni legati ed alcuni pianissimi, resi benissimo dalla cantante australiana, ci dimostrano ancora una volta come la Pratt sia un punto di riferimento in questo repertorio.

Aya Wakizono è un ottimo Falliero che ci rende un personaggio ben caratterizzato anche se non proprio a tutto tondo. La cantante giapponese predilige una linea di canto che tende all'insù mentre risultano purtroppo abbastanza flebili le discese nel registro grave. Viene così a mancare una parte, a mio parere, eroica di questo personaggio (forse qui, scrivendo, si sta ripensando un po' troppo alla Horne!?!). Complessivamente però una ottima prova.

Contareno, ruolo musicalmente tutt'altro che semplice, è interpretato con piglio e con la giusta cattiveria da Dmitry Korchak.

Benissimo anche Giorgi Manoshvili che dà al personaggio di Capellio una nobiltà d'accento inaspettata.

Ben assortiti e dalla buona resa anche tutti i ruoli secondari.


Diretta/differita televisiva del 7 agosto 2024 - 🌟🌟🌟🌟


Per chi volesse farsi un'idea propria dello spettacolo, ecco il link per poterlo vedere:



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