UNA BOHEME… FREDDINA CHE NON SCALDA I CUORI


Nel giorno della dolorosa notizia della scomparsa della “grandissima” Mirella Freni ho avuto modo di vedere la produzione de La boheme che sta andando in scena alla Royal Opera House di Londra.
Purtroppo il confronto vocale con i ricordi legati alla Mimì della Freni sono impietosi… ma tant’è! Mirella rimarrà nei ricordi di tutti gli amanti dell’opera come uno dei migliori soprani della seconda metà del ‘900.
Ma veniamo alla produzione londinese dell’opera di Puccini.


L’allestimento ha debuttato a Londra quasi 3 anni fa e porta la firma di Richard Jones, con scene e costumi di Stewart Laing e luci di Mimi Jordan Sherin.
Per carità, credo non sarà una produzione che durerà negli anni, ma a sentire i riscontri del pubblico piace. A me personalmente dice molto poco, non andando a stravolgere nulla ma rimanendo sempre superficiale. Non ci trovo uno scavo sulla psicologia dei personaggi che a mio avviso è invece obbligatoria in quest’opera. Alla fine Mimì e Rodolfo paiono due amici (anche se ci sono in scena i baci d’ordinanza) così come non è ben delineato anche il rapporto tra Marcello e Musetta. Forse il quadro più interessante è quello del Café Momus dove, tramite i giochi scenici e i buoni movimenti delle masse, si assiste ad una “vera” Boheme.


La parte musicale è affidata alle cure di Emmanuel Villaume che guida con bel piglio l’orchestra e il coro del massimo teatro londinese. La resa non è però sempre omogenea: se il secondo atto risulta azzeccato certo non mi hanno entusiasmato i tempi scelti per il primo atto, soprattutto alcune scelte nelle arie solistiche di Rodolfo e Mimì, che ne hanno inficiato la corretta realizzazione. Anche il terzo atto non è stato particolarmente entusiasmante mentre il quarto, complice sicuramente la straordinaria musica di Puccini, si è chiuso in maniera molto dignitosa.


Nel ruolo di Mimì canta Sonya Yoncheva. La sua voce è veramente bella, la sua emissione è esente da ogni forzatura in ogni momento dell’opera ma in lei manca il pathos, soprattutto in “Mi chiamano Mimì” che fila via liscia, ben cantata, ma senza esaltare. Sicuramente migliore “Donde lieta uscì” e un bel finale nel quale viene fuori l’artista che sicuramente il sorano bulgaro è.


Charles Castronovo, che interpreta Rodolfo, è sicuramente il migliore del cast. La sua voce è salda, omogenea in ogni reparto e, anche se un po’ brunita (a me personalmente piacciono i Rodolfi più chiari), ci porta all’ascolto una parte credibilissima. Mai un accenno di stanchezza… quindi vero trionfatore della serata.


Musetta è interpretata nella recita vista in streaming da Simona Mihai che non ha entusiasmato, con una vocalità piatta e poco cristallina.
Marcello è interpretato con buon piglio da Andrzej Filonczyk, così come è abbastanza buono ma nulla di più lo Schaunard di Gyula Nagy. Discreto il Colline di Peter Kellner che certo non verrà ricordato per l’intonazione, a volte molto latente.
Appena sufficienti le prove degli altri comprimari.


Ecco il link dove poter seguire la recita:
https://ok.ru/video/1422295632412

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