A VIENNA (in streaming)... PER IL NUOVO "TRISTAN UND ISOLDE" DELLA STAATSOPER
Ancora opera dal vivo in streaming da Vienna… e mercoledì si è avuta la possibilità di assistere alla nuova produzione di Tristan und Isolde di Richard Wagner nell’allestimento pensato e curato da Calixto Bieito con la direzione musicale di Philippe Jordan.
Faccio una piccola premessa: di Bieito ho apprezzato alcuni spettacoli
(penso alla sua Carmen oppure l’Angelo di fuoco andato in scena
alcune settimane fa a Madrid) mentre altri li ho ritenuti brutti oltre che proprio
non li ho capiti (vedi il Parsifal di ormai 10 anni fa). Questo
spettacolo, seppure possa avere una base su cui la regia si muove, ho sinceramente
fatto fatica a guardarlo e capirlo. Non c’è nulla di “tradizionale” ma pare non
ci sia nulla neanche di innovativo. Il contesto lugubre di morte aleggia fin
dall’inizio anche se poco comprensibili sono le altalene con i bambini bendati
sopra un piccolo lago (acqua onnipresente nel primo e secondo atto), Tristano
coricato sull’acqua fin dall’inizio dell’opera, una Isotta e una Brangania
quasi doppioni. Non c’è nessun filtro d’amore, la passione non esiste, il lunghissimo
duetto del secondo atto è cantato dai protagonisti in due stanze diverse
sopraelevate, di cui scompigliano mobili e tolgono dai muri la carta da parati.
Alla fine dell’atto è lo stesso Tristano a ferirsi a morte ancora prima di
chiamare in causa Melot. Il terzo atto è forse il più riuscito (pare un
eufemismo scriverlo…) ed inizia con tanti figuranti completamente nudi che si “avvinghiano”
in pose amorose mentre si chiude con Isotta che canta il suo “Liebestod” tenendo
la mando di Tristano morto e appoggiato, seduto, su un tavolo. Francamente uno
spettacolo di cui si può fare a meno… anche se di spettacoli ancora più brutti
e incomprensibili se ne vedono ogni giorno.
La parte musicale è sicuramente migliore e vede nei due protagonisti sicuramente le punte di diamante dell’intero cast.
Andreas Schager è un Tristano regale: prestazione eccezionale la sua che
ci fa comprendere come un’ottima tecnica e un’emissione giudiziosa possa far sì
che un cantante arrivi al termine della recita ancora intatto e senza
cedimenti. Una grandissima prova la sua, suggellata da tanti applausi.
Molto buona l’Isotta di Martina Serafin che però, rispetto a Schager,
pare giungere al termine della recita un po’ stanca. La sua linea di canto è
salda, con un registro acuto sicuramente più corposo rispetto a quello
medio-basso ma che ci lascia una prestazione di tutto rispetto.
Delude, e non poco, il Re Marke di René Pape in chiara difficoltà vocale.
Fa strano, almeno a chi scrive, di sentirlo in questa condizione. Linea di
canto oscillante, fiati corti… speriamo in una serata no.
Interessante la Brangania di Ekaterina Gubanova anche se un po’ fredda,
in alcuni momenti.
Buono il Kurwenal di Iain Paterson e discreto il Melot di Clemens
Unterreiner.
Buoni anche i ruoli minori.
Philippe Jordan dirige molto bene la partitura wagneriana forse
lasciandosi un po’ troppo andare nei momenti dove i decibel dell’orchestra
arrivano ad altezze pericolose. Sicuramente i momenti più lirici e melodici
sono meglio curati. L’orchestra della Staatsoper suona veramente bene e buono
anche l’apporto del coro.
Diretta streaming del 27 aprile 2022 – ★★★☆☆
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