CONCERTI PASQUALI IN TV E VIA STREAMING... ALCUNE CONSIDERAZIONI
Nella settimana che ha portato alla Pasqua in tv e via streaming si è data la possibilità di assistere ad una serie di concerti da alcune delle massime istituzioni musicali italiane.
Al Teatro alla Scala si è iniziato con un concerto diretto da Myung Whun
Chung, proseguendo poi con una particolare esibizione del coro del teatro
diretto da Bruno Casoni e si è concluso il ciclo con il concerto strumentale
diretto da Zubin Mehta.
Il maestro indiano è protagonista anche del Concerto di Pasqua con l’Orchestra
e il Coro del Maggio Musicale Fiorentino al Duomo di Orvieto. La stessa
orchestra è protagonista che del concerto “fuori programma” all’Opera di
Firenze con la direzione di Daniele Gatti.
Al Teatro La Fenice è protagonista Claus Peter Flor, a Palermo invece il
concerto è stato diretto da Michele Spotti mentre a Cagliari i complessi del Teatro
Lirico sono stati guidati da Frederic Chaslin.
Il maestro Chung è inoltre il protagonista (come direttore e come solista
al pianoforte) anche del Concerto di Pasqua dell’Accademia Nazionale di Santa
Cecilia a Roma.
A fare la parte del “padrone” della maggior parte dei concerti è una
delle massime composizioni sacre di Gioachino Rossini: il suo “Stabat Mater”
per soli coro e orchestra. Questa partitura è stato il pezzo forte dei concerti
diretti da Chung a Milano e Roma, oltre ai concerti di Palermo e Cagliari (da
non dimenticare anche la messa in onda dell’esecuzione del 2015 al ROF con la
direzione di Michele Mariotti).
Personalmente io sono rimasto colpito dall’esecuzione milanese di Chung.
Il capolavoro rossiniano è stato diretto tante volte dal maestro coreano… e si
sente. Nella sua concertazione riecheggiano echi di un Rossini pre-romantico,
dal suono molto denso. Ottime le pastosità dell’orchestra scaligera e buona la
prova del coro come sempre diretto da Bruno Casoni. Certo le difficoltà della
distanza dovute alle norme anti contagio non giovano soprattutto al reparto
corale. Molto buoni anche gli intrepreti, tra cui voglio ricordare Rosa Feola e
Alex Esposito.
Gli altri due concerti che voglio ricordare sono quelli diretti da
Daniele Gatti al Maggio e da Zubin Mehta alla Scala.
Il concerto fiorentino di dipana attraverso quattro composizioni che
percorrono un arco temporale di quasi quattro secoli di storia della musica. Un’esecuzione
abbastanza didascalica del concerto “per il Santo Sepolcro” di Vivaldi così
come per la Sinfonia n. 49 “La Passione” di Haydn. Interessante il Requiem per
archi di Toru Takemitsu e sfavillante l’esecuzione wagneriana del Preludio III
e della Processione del Venerdì Santo dal Parsifal. Gatti è un ottimo interprete
di Wagner e il “suo” Parsifal è un punto di riferimento degli ultimi anni. L’orchestra
lo segue in maniera straordinaria e il concerto si chiude nel miglior modo
possibile.
Molto bello anche il concerto scaligero diretto da Zubin Mehta, con un programma
sicuramente stimolante. Il direttore indiano (molto più spigliato e a suo agio
rispetto al concerto registrato qualche giorno prima ad Orvieto in cui è parso
particolarmente stanco) ci lascia una interessante esecuzione della Terza sinfonia
di Schubert ma soprattutto ci dà un’ottima lettura della Sinfonia n. 9 di Anton
Bruckner. L’orchestra lo segue in maniera eccezionale in una partitura
difficile e molto particolare soprattutto nella resa (molto buone anche le
sonorità degli ottoni). Concerto da ricordare, così come il concerto
bruckneriano di qualche settimana fa di un altro “grande vecchio” della
direzione: Herbert Blomstedt (splendida la sia Sinfonia n. 5 a Santa Cecilia).
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