A PALERMO (in streaming)... PER LA RAGNATELA TESA DA ELISABETTA

Il Teatro Massimo di Palermo sta allestendo in questi giorni Roberto Devereux di Gaetano Donizetti nell’allestimento pensato da Alessandro Talevi (con scene e costumi di Madaleine Boyd) ormai parecchi anni fa per la Welsh National Opera di Cardiff e che ha girato parecchio in vari teatri europei.

Lo spettacolo, nel suo complesso, parte dall’idea di fondo che la regina Elisabetta (vera protagonista dell’opera rispetto al personaggio che dà il titolo al lavoro donizettiano) si ponga, nei confronti di regno e sudditi, come un ragno che tesse continuamente la sua tela così da soggiogare tutti. Lo spazio nel quale si muovono i personaggi è claustrofobico e fa da sfondo alle vicende che ruotano attorno alla sovrana, appunto, e ai personaggi di Roberto, Sara e Nottingham. Avevo già visto in video questo spettacolo (nel 2015 a Madrid con Mariella Devia protagonista) e sostanzialmente la sensazione è ancora la stessa: buone le intenzioni ma poco di compiuto. Le masse sono per lo più statiche e la recitazione viene molto lasciata ai singoli interpreti. Niente di brutto… ma nemmeno sensazioni che si possano ricordare.

La parte musicale è sicuramente interessante, anche se non convince a pieno nemmeno quella.


Roberto Abbado è diventato ormai un habitué del podio palermitano e ritorna a Donizetti dopo la Lucia di qualche tempo fa. La sua concertazione risulta ben calibrata e tende a guardare alla morbidezza delle linee melodiche, in contrasto con il cupo che si vede in scena; a queste atmosfere si uniscono poi le improvvise accensioni che portano tumulto e fuoco. Le scelte dei tempi appaiono abbastanza congrue anche se non sempre l’orchestra del Massimo risponde nel migliore dei modi, specie nei momenti più concitati.

La compagnia di canto complessivamente supera la prova interpretativa che, è bene ricordare, in quest’opera è particolarmente impegnativa.


Yolanda Auyanet porta in scena una Elisabetta che interpretativamente sente su di sé il peso degli anni. La linea di canto del soprano spagnolo è senza dubbio interessante e appare ancora ben calibrata dopo una carriera che comincia ad essere particolarmente lunga. La sua maggiore pecca è sicuramente nel registro grave, dove la voce si sgonfia e perde di peso specifico. Le agilità sono affrontate con piglio e giusti accenti. Complessivamente una buona prova che però, parere personalissimo, non scalda particolarmente l’ascoltatore.


John Osborn è un ottimo Roberto, dalla splendida linea di canto e dall’interpretazione giocata molto sulle mezze voci e sulle morbidezze.


Vasilisa Berzhanskaya è una Sara musicalmente ineccepibile, forse la vera trionfatrice della serata, che punta molto sull’aspetto dolente del personaggio. Certo che la presenza scenica, quasi da femme fatale, un po’ fa da contraltare all’aspetto prettamente canoro.

Davide Luciano è u interessante Nottingham, dal piglio fiero e dalla linea di canto nobile.

Completano il cast Carmine Riccio (Cecil) e Ugo Guagliardo (Gualtiero).

Molto bene il coro del Teatro Massimo che, con le cure di Ciro Visco, è cresciuto qualitativamente in maniera impressionante negli ultimi tempi.

 

Diretta streaming del 20 marzo 2022  – ★★★☆☆

 

 

Di seguito il link per vedere lo spettacolo (Canale YouTube del Teatro Massimo):

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