A ROMA (alla radio)... PER LA TOSCA CHE VIDE PUCCINI
Il Teatro dell’Opera di Roma prosegue la sua stagione, iniziata con il “nuovo” Julis Caesar di Battistelli, puntando sulla tradizione: tutto il mese di dicembre sarà dedicato alla Tosca di Puccini nell’allestimento curato da Alessandro Talevi e che riprende le scene e i costumi della prima rappresentazione dell’opera, avvenuta proprio a Roma nel 1900, curati allora da Adolf Hohenstein.
L’opera l’ho ascoltata attraverso la trasmissione radiofonica di Rai Radio3
e quindi mi soffermerò sulle impressioni che mi ha dato l’ascolto.
Inizierei dai cantanti…
Saioa Hernandez debutta a Roma e lo fa con un ruolo molto importante:
ormai da qualche anno il soprano spagnolo affronta il ruolo di Tosca (anche in
occasione delle rappresentazioni scaligere di due anni fa in alternanza con
Anna Netrebko) e la sua vocalità sembra ben adagiarsi a quanto Puccini scrive
per questo personaggio. La voce è piena, tanta in alcuni momenti, musicale al
punto giusto anche se non entusiasma per scavo interiore. La Hernandez canta
veramente bene… ma non scalda i cuori, nemmeno nella ben interpretata “Vissi d’arte”.
Questo personaggio in lei deve maturare ulteriormente ma le premesse per
arrivare ad interpretazioni strabilianti ci sono tutte.
Vittorio Grigolo canta il “suo” Cavaradossi: le note ci sono tutte ma
troppo spesso cerca di allargare la frase musicale per arrivare ai momenti
topici del canto. Una buona “Recondita armonia” e una più interessante “E
lucevan le stelle”, cantata quest’ultima con una giusta dose di mezze voci e
della quale concede il bis. Nel complesso una prova positiva quella del tenore
aretino che, al termine, risulta tra i più applauditi dal pubblico.
Roberto Frontali affronta, senza fronzoli, il “rude” personaggio di
Scarpia. La sua voce non è più quella degli anni d’oro ma all’ascolto risulta
comunque credibile e a prova di questo ci lascia un secondo atto veramente
interessante.
Tanti i comprimari in Tosca e qui mi sento di ricordare Roberto Abbondanza
(un bravo Sagrestano) e Luciano Leoni (Angelotti). Non particolarmente
entusiasmante lo Spoletta di Saverio Fiore.
La concertazione di Paolo Arrivabeni è abbastanza curata. In alcuni
momenti sembra che l’equilibrio tra buca e palcoscenico si perda ma prontamente
le redini vengono serrate e tutto ritorna nei binari. La scelta dei tempi è
abbastanza curata (si tende per lo più su tempi abbastanza morbidi, non c’è
frenesia) e buono è il sostegno ai cantanti. Qualche volta sembra che la
direzione si adagi sul canto e qui i cantanti tendono a prendere corone e
respiri che in partitura non ci sono, lasciandosi andare un po’ ad uno stile di
canto abbastanza “retrò”. Complessivamente una concertazione di buona routine.
Diretta radiofonica del 4 dicembre 2021 – 🌟🌟🌟
Di seguito il link per ascoltare l’opera:
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