INIZIO DI TETRALOGIA... IN SALSA NORDICA

Una delle massime imprese operistiche ancora oggi, sebbene i mezzi tecnici non siano più quelli di 100 anni, è quella di mettere in scena l’intera Tetralogia wagneriana. Se una eccezione giusta è Bayreuth o alcuni  “grandi” teatri di area germanica, per qualsiasi altro teatro è un’impresa che si può ben definire titanica.
Inizia con Das Rheingold l’impresa dell’Opera Finlandese, messo in scena in queste settimane, che poi proseguirà nel maggio del prossimo anno con Die Walkure, e poi nella prossima stagione Siegfried e Gotterdammerung. Merito dell’istituzione finlandese è quella di produrre l’intera tetralogia con forze locali, sia per la parte musicale che per quella visiva.


Nel programma di sala, visibile sul sito internet del teatro, Anna Kelo, regista dell’intero progetto, afferma con convinzione che la musica deve essere la guida dell’azione che si vedrà in scena. Ed in effetti la messa in scena è molto fluente, attenta alle esigenze del libretto, per nulla anti-convenzionale. I costumi riportano all’antichità così come invece si fa molto uso di videoproiezioni e di luci abbastanza particolari. Il letto del fiume Reno è rappresentato da alcune alture scoscese mentre la scena degli dei è incastonata da alte colonne che ci riportano ai templi greci; i due giganti Falsolt e Fafner sono rappresentati da due grandi videoproiezioni. La scena del Nibelheim vede Alberich su di una alta torre (che ricorda un po’ il Signore degli anelli) con Mime rinchiuso in una prigione. La sensazione è che tutto nasca dal nulla e che man mano che l’azione e l’opera prosegue si arrivi alla completa esemplificazione di quella che possiamo considerare una vera e propria epopea… ma è ancora presto per darne una valutazione, perché è indubbio che bisognerà aspettare la scelta registica alle prove delle giornate successive della tetralogia. L’inizio è però incoraggiante.
Stessa condizione di attesa per lo svilupparsi futuro della tetralogia vale anche per la concezione musicale, affidata a colui che direttorialmente è la punta di diamante del panorama musicale finlandese e cioè Esa Pekka Salonen. La sua direzione è parsa all’ascolto molto attenta ai dettagli, anche se mancava il giusto peso alle grandi arcate melodiche che soprattutto in Rheingold sono particolarmente ampie. C’è da sperare che la direzione cresca nelle giornate successive.
Salonen è sicuramente un grandissimo accompagnatore ed esaltatore delle voci a disposizione, riuscendo a far cantare e pronunciare il testo wagneriano in maniera esemplare.


Tommi Hakala, nel ruolo di Wotan, riesce ad esaltare i tanti colori della sua voce che è molto solida sia nelle note acute come in quelle gravi. Tuomas Katajala nel ruolo di Loge ha esaltato, in qualche modo, la sua propensione belcantistica puntando su una bella voce mai spinta. Jukka Rasilainen, nel ruolo tutt’altro semplice di Alberich, canta con il giusto peso e con la giusta acidità che il ruolo richiede. Buoni anche Koit Soasepp e Jyrki Korhonen nei panni dei giganti Fasolt e Fafner. Interessante anche il Mime di Dan Kalstrom, così come il Froh di Markus Nykanen e il Donner di Tuomas Pursio.


Le parti femminili del cast sono altrettanto interessanti. La Fricka di Lilli Paasikivi ha messo in campo un timbro vellutato e omogeneo in tutti i registri. L’Erda di Sari Nordqvist, dopo il suo ingresso in scena, ha mostrato una bellissima voce di mezzosoprano così come invece ha espresso una voce cristallina la Freia di Reetta Haavisto. Una menzione particolare a Marjukka Tepponen, Mari Palo e Jeni Packalen, splendide, a mio avviso, Figlie del Reno.

https://ok.ru/video/1613089671888

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