Le opere dimenticate... "AVE MARIA" di S. ALLEGRA
Con questo post voglio sensibilizzare tutti voi sul grande
patrimonio artistico che è l’opera lirica per la cultura italiana. Da Claudio
Monteverdi fino ai giorni nostri i compositori italiani sono stati pionieri del
“recitar cantando”. Oggi noi andiamo al cinema, oppure guardiamo Netflix… ma
fino agli anni 40/50 del secolo scorso l’opera era il divertimento e il
passatempo del popolo. Prima ancora era strumento di trasmissione di nozioni
storiche e culturali.
Come non ricordare Peri, Caccini, Monteverdi, Cavalli,
Piccinni, Paisiello, Pergolesi, Cimarosa, Spontini, Cherubini, Rossini,
Bellini, Donizetti, Verdi, Ponchielli, Mascagni, Leoncavallo, Puccini,
Catalani, Giordano, Cilea, Wolf Ferrari, Busoni, Menotti, Dallapiccola, Berio.
Tutti loro, insieme a tantissimi altri compositori oggi semi-sconosciuti, hanno
reso in questo genere musicale l’Italia come punto di riferimento nel mondo.
Di questi autori appena citati conosciamo quasi tutto… ma
possiamo dire lo stesso di tanti autori oggi quasi dimenticati?
Oggi voglio ricordare un compositore che ha visto sotto i
suoi occhi trascorrere quasi tutto il secolo scorso: sto parlando di Salvatore
Allegra, nato a Palermo nel 1897 e morto a Firenze nel 1993. Dopo i primi studi
musicali fu allievo di Francesco Cilea e si dilettò dagli anni ’20 nello
scrivere operette, poi nel 1934 passò all’opera lirica dedicandosi poi
nell’ultima parte della sua carriera a comporre colonne sonore per film.
Proprio della sua prima opera oggi vi voglio parlare,
invitandovi poi ad ascoltarla e a farvi un’idea della stessa… e magari
portandomi le vostre impressioni.
Nel 1934 Salvatore Allegra si affaccia per la prima volta
nel teatro lirico componendo AVE MARIA, dramma lirico in due atti di Guglielmo
Zorzi su libretto di Alberto Donini. L’opera, rappresentata per la prima volta
il 26 ottobre del ’34 al Teatro Morlacchi di Perugia riscuotendo un grande successo
di pubblico, fino agli anni ’50 arrivò ad avere un migliaio di
rappresentazioni.
Alcuni critici del tempo, che avevano considerato Allegra “arretrato”
e “troppo rivolto al passato”, di fronte ad un successo indiscutibile lo
definirono come un “verista”, forse per diminuirne la fortuna o forse per
trovare le ragioni della facile presa sul pubblico dell’opera.
Ed infatti non sfuggiranno ad un ascoltatore accorto quanto
la musica sia molto orecchiabile e facile all’ascolto, piena di quegli slanci
tipici della musica, forse tante volte a torto considerata “verista”. Nell’opera
poi si intrecciano alcune tematiche care alla musica operistica del primo ‘900
italiano: il connubio vita-fede, il rapporto umano tra i personaggi dell’opera
e in questo caso il rapporto tra madre e figlio, l’utilizzo del coro come
personaggio stesso.
Salvatore Allegra scriverà altre opere liriche fino agli
anni ’50 ma nessuna ha avuto il successo di “Ave Maria”, che però dalla seconda
metà del secolo, a parte qualche rara apparizione (soprattutto grazie allo
splendido lavoro delle orchestre RAI) non ha più calcato le scene. Ed è un
peccato… perché meriterebbe sicuramente una ripresa, magari in un teatro di
tradizione.
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