A ROMA... S'UDRA' SUONARE IL VESPERO?


Il Teatro dell’Opera di Roma ha aperto quest’anno la sua stagione lirica con Les vepres siciliennes di Giuseppe Verdi, nell’edizione originale e senza tagli (completa quindi anche dei ballabili del terzo atto). Interessante la scelta di proporre, da parte del teatro capitolino, il titolo nella versione andata in scena a Parigi il 13 giugno 1855 e quindi lasciando da parte l’edizione italiana, peraltro non proprio bellissima in quanto a traduzione. Qui invece si ha la possibilità di sentire bene come Verdi abbia lavorato molto sul rapporto strettissimo tra la parola e la musica. La musica che il compositore di Busseto scrive in questa occasione si discosta in parte dalla sua produzione precedente, proprio perché il doversi cimentare con il grande-opéra lo ha costretto a sottostare ad alcuni dettami tipici proprio di quella forma d’arte musical-vocale.


L’edizione romana ha avuto quindi il pregio di portarci ogni singola nota scritta da Verdi, anche i bellissimi ballabili (la grande scena delle “Quattro stagioni”) che spesso, e anche per motivi abbastanza condivisibili (impossibilità di avere a disposizione un corpo di ballo, troncatura del filo drammaturgico dell’opera), non vengono eseguiti.
Le mie considerazioni si fermeranno alla parte musicale in quanto l’opera l’ho seguita alla radio.


La concertazione di Daniele Gatti, direttore musicale del Teatro dell’Opera, è molto particolare. Col direttore milanese non si rischia mai, ad ogni ascolto, di trovarsi di fronte alla routine. La sua concezione dei Vepres è di una asciuttezza unica. Suoni e ritmi taglienti, un uso quasi “argentino” degli ottoni, archi molto asciutti come suono. Orchestra, quella del teatro romano, sicuramente in gran spolvero che ha offerto una grande prestazione, anche considerate le quasi 4 ore di durata dell’opera stessa. In alcuni momenti devo dire mi pareva quasi di ascoltare la Carmen di Bizet… Tutto molto bello, soprattutto i ballabili suonati e diretti in maniera veramente stupefacente, però un po’ di allentamento della tensione ogni tanto, qualche ritmo meno repentino, qualche morbidezza in più in alcuni momenti (per esempio i duetti tra Hélène ed Henri) a mio avviso avrebbero reso la concezione musicale complessiva ancora migliore.
Il cast a disposizione è, sulla carta, una sicurezza per la resa finale dell’opera.


Roberto Frontali, nel ruolo di Guy de Montfort, mette in campo tutta la sua esperienza per arrivare a capo di uno dei “padri verdiani” forse meno affascinanti, ma al quale vengono regalate belle pagine di canto. Certo la sua voce non è più quella di vent’anni fa ma la classe con la quale si pone nei confronti del personaggio lo hanno reso credibilissimo.
Michele Pertusi, altra vecchia “volpe da palcoscenico”, affronta il ruolo tutt’altro che facile di Jean Procida. Se nella grande aria di apertura non mi ha entusiasmato particolarmente devo dire che nel corso dell’opera ha raggiunto buonissime vette. Anche qui la classe dello straordinario artista ha sopperito quello che ormai, la lunga e gloriosa carriera, un po’ ha tolto.


John Osborn è un Henri eccezionale. Il suo timbro è adattissimo a questo ruolo (peraltro tremendo da cantare) e al registro medio corposo, che risalta in maniera adamantina, si contrappongono gli acuti squillanti e ottimamente sostenuti.


Roberta Mantegna, al debutto nel ruolo altrettanto difficile della duchesse Hélène, si è dimostrata un po’ intimorita nell’approccio della grande aria del primo atto ma via via nel corso dell’opera ha preso possesso della consapevolezza arrivando a mio avviso ad un “Mercé dilette amiche” molto ben fatto. La vocalità della Mantegna non è grossissima e quindi si apprezza nei momenti più musicali e lirici mentre un po’ più in difficoltà la si può trovare quando deve sovrastare in maniera concitata orchestra e coro.


Buone le parti secondarie e molto buona la prova del coro diretto, come sempre, da Roberto Gabbiani.

Di seguito il link per ascoltare l'opera:
https://www.youtube.com/watch?v=xxQLHjOfrn8

Commenti

Posta un commento

Post popolari in questo blog

A MILANO (in tv)... PER IL DON CARLO INAUGURALE

A ROVIGO... PER LA "GELIDA MANINA" DELLA BOHEME PUCCINIANA

A VERONA (in tv)... PER IL GIARDINO ARENIANO DEDICATO AL BARBIERE