LE ALLUCINAZIONI DI WOZZECK... IN SCENA A NEW YORK!!!

La mia frequentazione con il Wozzeck di Alban Berg, uno dei sommi capolavori del ‘900 musicale, è stata poco assidua. I miei ascolti (non fornitissima in questo caso la mia personale discoteca) sono stati i questi anni: l’edizione in studio diretta da Karl Bohm, la ripresa video live dello spettacolo viennese diretto da Claudio Abbado e una mia registrazione su musicassetta fatta dalla trasmissione radio di una rappresentazione scaligera dell’opera diretta da Giuseppe Sinopoli.
Con piacere sabato scorso ho ascoltato, grazie a RAI Radio3, l’opera in diretta dal Teatro Metropolitan di New York.


Naturalmente le mie riflessioni si fermeranno all’aspetto musicale.

Wozzeck sicuramente non è facile da ascoltare… anche perché è stato scritto principalmente in uno stile liberamente atonale. Ancora di più, la sua fusione tra realismo drammatico ed espressionismo musicale l’ha resa un'opera radicalmente visionaria, quasi che la sua effettiva comprensione sia riservata solo a pochi eletti. Proprio per confermare questa tesi lo stesso maestro di Berg, Arnold Schoenberg, ha dichiarato più volte: "Se è arte, non è per tutti, e se è per tutti, non è arte".
Partendo da queste premesse l’opera, che ci presenta la figura di un povero soldato spinto alla follia, all'omicidio e al suicidio dalla spietata crudeltà della società che lo circonda, continua ad essere molto rappresentata nel mondo, riscuotendo sempre grandi successi.


La direzione musicale di questa edizione del Met è affidata a Yannick Nézét-Séguin, direttore musicale del massimo teatro newyorkese. Essa è sicuramente molto accurata e tende, a mio avviso, a mettere in evidenza non tanto gli aspetti neri e cupi della partitura, quanto il ritmo e le dinamiche contrastanti che la permeano. L’orchestra del Met suona benissimo e risponde al meglio al direttore. Però manca qualcosa… forse la concezione e l’interiorizzazione di quest’opera da parte di Nézét-Séguin non è ancora completamente formata. Un giusto equilibrio tra toni neri e toni più chiari qui si fa fatica ad ascoltare. Ma le premesse perché il direttore canadese possa essere un interprete di riferimento, ai giorni nostri, di questa partitura ci sono tutte.

Il cast a disposizione è sicuramente importante.


Nel ruolo del protagonista Peter Mattei pare, all’ascolto, aver profondamente interiorizzato la difficile situazione del povero soldato. La sua interpretazione è ottima… essa vive di allucinazioni ed è quantomai tormentata quando si trova ad avere a che fare col suo capitano (un imperioso Gerhard Siegel), è tagliente quando dialoga col dottore (un oscuro, forse troppo, Christian Van Horn). Il “suo” Wozzech è invece sedotto dal sadismo del tamburmaggiore (Christopher Ventris) e incantato da una società totalmente indifferente al suo destino. Mattei pare indossare il dolore e la solitudine di Wozzeck come una seconda pelle, e con la sua voce elegante e musicale ha proiettato la tragica dignità del personaggio fino alla fine, quando Wozzeck si riduce ad uccidere Marie (una bravissima Elza van den Heever), annegandosi poi in un lago.



Questo il link per ascoltare l'opera:
https://www.raiplayradio.it/audio/2020/01/RADIO3-SUITE---IL-CARTELLONE-Alban-Berg-Wozzeck-0450598f-ec3d-448d-b496-56191f08594c.html

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