SALOME A VIENNA… TROPPA POLVERE SIA IN SCENA CHE NELLE VOCI


In queste settimane a Vienna stanno andando in scena due allestimenti di Salome, grandissimo capolavoro di Richard Strauss. Non avendo visto quello in scena al Theater an der Wien mi soffermerò su quella che è stata proposta al pubblico della Staatsoper.


L’allestimento, che considerare datato è un eufemismo, è quello di Jurgen Rose al quale cerca di dare una parvenza di regia Boleslav Barlog. Le scene, che un po’ ricordano l’Art Nouveau, sono ancora interessanti anche se gli anni di produzione si vedono tutti. Movimenti minimi, tutti un po’ troppo statici, solo Salome si muove (naturalmente anche nella danza dei sette veli, peraltro non particolarmente avvincente). Questa tipologia di spettacoli fa parte della metodologia di proposta della Staatsoper… ma questa Salome non è certo il Rosenkavalier di Otto Schenk!

Veniamo alla parte musicale.


Protagonista nel ruolo del titolo è Lise Lindstrom che disegna una Salome dalla importante forza drammatica. In scena e nel canto vediamo una donna abbastanza seducente, impulsiva e pregnante nei momenti topici dell’opera. Sicuramente il registro migliore del soprano americano è quello acuto mentre non sempre sono a fuoco il registro più basso e soprattutto il registro centrale, che risulta troppo morbido per la pregnanza del personaggio. Nel complesso prova in chiaro-scuro per lei.


Michael Volle nel ruolo di Jochanaan è senza dubbio il migliore del cast, pur non facendo cose stratosferiche. La sua voce baritonale è morbida, molto melodiosa, forse anche un po’ troppo chiara ma canta ogni nota bene, anche se al termine la sua prestazione è da considerare monocorde.


Waltraud Meier e Herwig Pecoraro cantano rispettivamente i ruoli di Erodiade e Erode. Per entrambi mi permetto di esprimere la stessa considerazione: è giunta ormai l’ora di dedicarsi a qualche recital o meglio ancora all’insegnamento. Ormai il loro strumento vocale è logoro e, soprattutto nel caso del tenore, il rischio è di lasciare un ricordo negli ascoltatori veramente pessimo. La Meier è stata una cantante straordinaria (che io personalmente ho adorato in primis nei tantissimi ruoli wagneriani ed in particolare in Isolde) ma ormai non riesce più a mettere vocalmente in scena una Erodiade significativa.
Anche i ruoli degli altri comprimari non sono stati particolarmente efficaci, a cominciare dallo scialbo Narraboth di Carlos Osuna. Forse di tutto lo stuolo di cantanti che abbondano nel corso dell’opera si salva Ulrike Helzel, buon paggio.


La direzione d’orchestra è affidata a Michael Boder che però non riesce a rendere appieno la straordinarietà della partitura di Strauss, complice anche un’orchestra che è apparsa quasi svogliata (fatto stranissimo, avendo a che fare praticamente con i Wiener Philharmoniker). Punto migliore della direzione, a mio avviso, la “danza dei sette veli” mentre il punto più basso è stato il finale con l’ultimo accordo in fortissimo (così è scritto in partitura) che non si è capito se sia stato sbagliato oppure soffocato.

Nel complesso una serata… molto scialba e polverosa.


Questo è il link per poter seguire lo spettacolo:
https://www.bilibili.com/video/av84936001

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