A BAYREUTH (via radio)... PER I MAESTRI CANTORI DI NORIMBERGA

Seconda opera in programma al Festival di Bayreuth di quest’anno è Die Meistersinger von Nurnberg, nella ripresa dell’allestimento del 2017 con la regia di Barrie Kosky e la direzione musicale di Philippe Jordan.

Mi fermerò naturalmente alla parte musicale…


Philippe Jordan conferma la sua visione dei Meistersinger (e così è stato fin dalla sua prima direzione nel 2017) che è molto fluida e cristallina, con una scelta di tempi per lo più veloci che però non tolgono nulla alla partitura. La sua è una concertazione molto poco “alla tedesca” e questo sotto certi aspetti è un pregio: il suono è sempre lieve, mai pesante e magmatico come invece è capitato tante volte di sentire. La partitura wagneriana è resa in maniera molto omogenea durante i tre lunghissimi atti, senza grandi sbalzi… forse il momento più bello è il preludio del terzo atto. Nel complesso ottima prova del maestro svizzero, seguito da una buonissima orchestra e da un coro che, seppur a ranghi ridotti, si fa sempre onore.


Michael Volle è Hans Sachs fin dalla prima recita di questo allestimento: forse un po’ minore rispetto agli anni passati ma è sempre un bel sentire. Bella la voce, profonda al punto giusto… sicuramente ancora uno dei maggiori interpreti di questo ruolo.

Bo Skovhus subentra all’ultimissimo minuto, nel ruolo di Beckmesser, a Johannes Martin Kränzle: lo fa cantando da fuori scena mentre il basso tedesco (senza cantare) rimane in scena. La sua è una prova onesta e nulla più si può dire, se non ringraziarlo per aver sostanzialmente salvato la recita.

Buono il Pogner di Georg Zeppenfeld che può considerarsi una garanzia quando si parla di ruoli wagneriani.

Delude e non poco il Walther di Klaus Florian Vogt: tenore dalla voce limpida e chiara, riesce ad affrontare abbastanza bene i primi due atti ma il terzo (quello più dispendioso) è una completa agonia. La voce si fa piccola piccola, quasi impalpabile e la linea di canto diventa dura, non supportata da fiati adeguati. Una grande delusione che deve far pensare anche sulle scelte artistiche di questo cantante.


Buona ma non entusiasmante la Eva di Camilla Nylund così come sufficiente la Magdalene di Christa Mayer. Sorpresa in positivo invece per il David di Daniel Behle che surclassa per voce, espressione e temperamente il tenore protagonista.

Tanti i ruoli comprimari in quest’opera, tutti affrontati con il piglio giusto dagli interpreti. Fra tutti voglio menzionare Günther Groissböck nel ruolo (piccolo ma non meno importante rispetto ad altri) del Guardiano notturno.

 

Di seguito il link per ascoltare lo spettacolo:


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