A PALERMO (in streaming)... PER UNA TRAVIATA ESTIVA

Prosegue alacremente la stagione estiva del Teatro Massimo di Palermo che, nella suggestiva location del Teatro di Verdura, ha messo in scena nei giorni scorsi La traviata di Giuseppe Verdi. Per la verità stiamo parlando di una versione semi-scenica: l’azione si svolge tutta in proscenio mentre il resto nel resto del palco sono sistemati l’orchestra e il coro.

Pochi elementi ci trasportano nel vari ambienti (un tavolo imbandito, un divano e un letto)… tutto molto minimale, così come anche i movimenti dei cantanti che sostanzialmente si limitano a passeggiare un po’ di qua e un po’ di là sul proscenio appunto.

Inevitabilmente ne guadagna senza dubbio l’aspetto musicale che, sulla carta, si presenta molto interessante.

Michele Spotti dirige con pugno fermo i complessi artistici del Teatro Massimo ma non convince a pieno la sua concertazione: i tempi sono per lo più veloci (cosa sicuramente dovuta anche alla location) e con questa scelta si tendono a perdere tantissime finezze della splendida partitura verdiana. Riesce ad ottenere buone sonorità ma alcune volte sembra di ascoltare Rossini e non Verdi. Sicuramente un titolo che dovrà ancora maturare, anche se il direttore lombardo è sulla buona strada.


Pretty Yende è una delle più inflazionate Violette di questi tempi anche se il personaggio, in lei, non è ancora maturato del tutto. Ripensando alle sue prove ascoltate a Parigi e Vienna non si può che avere sempre la stessa impressione: il personaggio le può calzare a pennello, anche se nel registro grave bisogna lavorarci ancora, ma è lo spessore che purtroppo ancora non c’è. Alcune note non sono prese benissimo (e in questo non aiutano l’ambiente esterno e l’amplificazione) ma sono piccoli nei che non vanno ad inficiare una prestazione buona ma, a mio parere, che può aumentare qualitativamente col tempo.


Voce interessante quella di David Astorga che risulta essere un buon compagno per la Yende. La sua prestazione non ha nulla di trascendentale (alcuni acuti così così) ma la linea di canto è abbastanza centrata. Un discreto Alfredo, che però non scalda i cuori.


Chi surclassa tutti è senza ombra di dubbio il Giorgio Germont cantato da Simone Piazzola: la sua linea di canto e la pastosità del suo timbro fanno riconciliare l’uditore con la splendida musica di Verdi. Il suo è un padre Nobile nel canto ma anche fermo. I suoi momenti più belli coincidono con gli applausi più convinti del pubblico. Bravo veramente!!!

I ruoli di contorno sono nel complesso tutti affrontati in maniera positiva con una menzione per la Flora di Carlotta Vichi e il Barone di Giuseppe Esposito. Molto sfuocato e con linea di canto poco salda, invece, per il Gastone di Blagoj Nacoski.

Menzione particolare per l’ottima prova del coro diretto da Ciro Visco.

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