AD ORANGE (in streaming)... PER UN SAMSON ET DALILA RIUSCITO
La spettacolare cornice del Teatro antico d’Orange fa da ottima cornice ad una bellissima edizione di Samson et Dalila di Camille Saint-Saens con una coppia di protagonisti d’eccezione: Roberto Alagna e Marie-Nicole Lemieux.
Lo spettacolo era previsto lo scorso anno ma, a causa della pandemia, lo
si è posticipato a questa edizione del festival lirico.
Jean-Louis Grinda è un regista che sa fare bene il suo mestiere
(attualmente è direttore dell’Opéra di Monte-Carlo) e qui lo dimostra in
maniera lampante portando in scena, nel mastodontico palcoscenico, sia la
maestosità delle masse così come la discreta intimità di quest’opera che è un
vero e proprio capolavoro. In questa messa in scena grande effetto fanno le
video-proiezioni create da Arnaud Pottier e Etienne Guiol: splendido, a mio
parere, tutto il secondo atto così come di effetto è poi il finale dell’opera
con la distruzione del tempio. Grinda inserisce una figura che accompagnerà Sansone
durante tutta l’opera: un giovanissimo angelo dalle ali luminose che lo
accompagna in scena e ne segue le gesta: questa, a ben vedere, è la figura
biblica dell’angelo che annuncia alla madre di Sansone stesso, sterile, il
concepimento del figlio. Buoni i movimenti delle masse artistiche in scena così
come interessanti e non troppo azzardati i balletti. Uno spettacolo, nella sua
modernità, classico… e anche per questo si guarda molto volentieri.
L’aspetto musicale è altrettanto interessante.
Roberto Alagna e Marie-Nicole Lemieux sono una gran bella coppia di
protagonisti.
Il tenore francese (che negli ultimi anni ha fatto scelte artistiche, a
mio avviso, molto discutibili) si impone qui con una delle sue migliori
interpretazioni degli ultimi tempi: il personaggio di Sansone gli calza a
pennello e lui riesce a cesellarlo attraverso la sua dizione perfetta, la sua
linea di canto solida, il suo accento e il suo colore caldo. Ottimamente calato
nella parte riesce ad offrire all’ascoltatore il Sansone guerriero così come l’uomo
inebriato dall’amore e dai tanti dubbi. Prova superlativa la sua.
Non da meno si comporta Marie-Nicole Lemieux che cesella una Dalila di
primissimo piano: voce raffinata, dalla giusta cantabilità, mai stridula negli
acuti, melodiosa quando serve (specie nel duetto col Grande Sacerdote) e
sensuale nel commovente “Mon cœur s’ouvre à ta voix…”. Una Dalila dalla giusta “ingombrante”
presenza… degna coprotagonista assieme ad Alagna.
Se quasi tutta l’opera è basata sui due protagonisti non sono comunque da
dimenticare anche i ruoli secondari: molto ben definito il Gran Sacerdote di
Dagon interpretato da Nicolas Cavalier (timbro rotondo e spiccata personalità);
interessante anche se non entusiasmante l’Abimelech di Julien Véronèse (con la
voce che in alcuni momenti balla un po’ troppo); buoni gli altri piccoli ruoli
interpretati da Christophe Berry, Marc Larcher e Frédéric Caton.
Molto buona la prova dei cori de l’Opéra de Monte-Carlo e Grand Avignon
diretti da Stefano Visconti che, in quest’opera, si possono considerare alla
pari di un vero e proprio personaggio principale.
Ives Abel dirige la musicalissima Orchestra di Radio France: buona l’amalgama
che il direttore riesce ad ottenere, così come il colore stesso che sembra
essere “tipicamente” francese. La scelta dei tempi non è, però, sempre
congeniale perché in alcuni momenti la lentezza degli stessi rischia di
provocare scivolate tra orchestra e artisti. Nel complesso però una buona
direzione anche se non entusiasmante.
Di seguito il link per vedere lo spettacolo:
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