A SPALATO (in streaming)... PER VEDERE COME VA A FINIRE TRA TURIDDU E ALFIO

 Torna come ogni anno, nella suggestiva location del Peristilio romano di Spalato, il festival lirico che in questa edizione ci presenta, assieme alla ripresa dei Lombardi (qui la mia recensione dello spettacolo dello scorso anno) anche una nuova edizione di Cavalleria Rusticana, sommo capolavoro di Pietro Mascagni.

Fautori della messa in scena sono stati la regista Jelena Bosančić (con scene di Ozren Bakotić, costumi di Sonja Obradović e video-proiezioni di Darko Škrobonja) e il direttore d’orchestra Ivo Lipanović.

La parte visiva è abbastanza “minimal” in quanto sfrutta le architetture naturali del peristilio romano, aggiungendo alcune costruzioni che paiono in ferro che dovrebbero ricordare l’osteria di Mamma Lucia e la chiesa. Particolari sono gli interventi di tre ballerine che seguono a menadito Santuzza (quando è in scena da sola) e in loro sembra di vedere concentrata tutta l’attenzione “degli altri” su di lei. Le stesse tre ballerine, con un grande lenzuolo fanno poi da schermo per una serie di video-proiezioni che ci portano agli amori giovanili della triade Santuzza – Turiddu – Lola, facendoci intuire come i due amanti di oggi si siano sempre cercati e amati. La movimentazione delle masse è abbastanza statica e questo rende abbastanza monotona la scena, musicalmente eccezionale, del “Regina coeli”. Nel complesso non si vedono grandi stravolgimenti rispetto al libretto… e questo fa sì che si riesca ad ascoltare senza farsi distrarre.

La compagnia di canto è abbastanza interessante anche se non ci sono punte particolarmente affascinanti.


Kristina Kolar è una buona Santuzza, con una voce dal buon timbro e dalla corposità giusta. Abbastanza buona anche la dizione… pur rimanendo il tutto in una superficialità un po’ troppo preponderante.

Max Jota (ascoltato lo scorso anno come Oronte nei Lombardi verdiani) dà voce ad un discreto Turiddu. Voce abbastanza ampia ma non particolarmente bella, in termine di timbro, ci lascia una prova fatta da alti e bassi, peccando soprattutto nel finale dove si sentono parecchie difficoltà nell’affrontare la parte.


Paolo Gavanelli (che ricordo nello stesso ruolo a Ravenna, diretto da Muti, ormai 25 anni fa) riesce a donarci un Compar Alfio di livello, anche se il peso degli anni rendono il suo timbro meno armonioso di quello che era. Nel complesso è però il migliore del cast.

Buona la Mamma Lucia di Stefany Findrik così come abbastanza interessante la Lola di Antonija Teskera.


Ivo Lipanović dirige con piglio (e certe volte un po’ troppa irruenza) una orchestra sufficiente ed un coro discreto. I suoi tempi sono per lo più abbastanza veloci e questo penalizza i momenti più lirici e melodici come, per esempio, quel capolavoro assoluto che è l’intermezzo. La sua mano ferma consentono però di portare a chiusura una buona concertazione.

 

Di seguito il link per vedere lo spettacolo:

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