A WEXFORD (in streaming)... PER L'INAGURAZIONE DEL FESTIVAL 2021
Questa la trama, per chi non conoscesse questo lavoro del compositore di
Lucca.
Il conte Oberto è in procinto di partire; Edmea, sua segreta amante,
giura, pena la morte, di essergli fedele. Il conte padre però, che sospetta
dell’illecita relazione e la osteggia (Edmea non è nobile), unisce la fanciulla
in matrimonio al servo Ulmo, che l’ama teneramente. Edmea, impazzita per il
dolore, gira per i villaggi con Ulmo, che si spaccia per suo fratello. Giunti
in una taverna, i due si uniscono a Fritz, il capo di una banda di giullari
attesi per una festa al castello del conte. Qui Oberto, che non ha mai
dimenticato la fanciulla, vive in un’inconsolabile tristezza. Sopraggiungono i
giullari, tra i quali Edmea: Oberto scorge l’amata ma questa, pur sentendosi
attratta da lui, non riesce a scuotersi dal suo torpore. Mentre tutti si
ritirano con l’animo turbato, Oberto chiama per nome la giovane, che
improvvisamente ritorna in sé. Edmea è ritornata alla vita di sempre con l’uomo
che ama, ma il ritorno della lucidità porta con sé il ricordo delle nozze con
Ulmo. Oberto, appresa ogni cosa, vorrebbe vendicarsi uccidendo entrambi, ma
sopraggiunge lo stesso Ulmo, che si è colpito a morte per ridare la libertà a
Edmea. Mentre si leva un coro in onore del generoso Ulmo, tutti, commossi,
auspicano che in futuro Edmea e Oberto possano finalmente celebrare le loro
nozze.
Per mettere in scena queste vicende non particolarmente complessa la
regista Julia Burbach sceglie di guardare tutta la trama sostanzialmente dal
punto di vista di Edmea, vedendo gli eventi sotto l’aspetto psicologico
introspettivo della protagonista e non solo come mera narrazione. La chiave
registica si basa quindi sul guardare gli eventi per mezzo della mente e della
follia di Edmea. A questo approccio si possono riallacciare le scenografie che,
nel primo atto soprattutto, tendono a darci una sorta di doppia dimensione dove
nel primo piano è ambientata la realtà e nel piano terra (ambiente uguale ma
completamente ribaltato dalla testa ai piedi) si muovono invece le ombre e le
oppressioni della mente di Edmea. Nel secondo atto si tenta, a mio avviso, una
ulteriore esplorazione del subconscio della protagonista ma le intenzioni
sembrano fermarsi ad un passo dalla meta e la cosa risulta incompiuta. Nel
terzo atto poi si ritorna alla doppia ambientazione in cui stavolta l’azione si
svolge completamente nella stanza capovolta, quasi a dirci come il ritorno
della ragione non sia effettivamente il riscatto pieno di Edmea.
Insomma una messa in scena interessante da vedere ma che non coglie a
pieno quelle che paiono essere le vere intenzioni della regia.
L’aspetto musicale è sostanzialmente in linea con quello visivo: molte
buone intenzioni non proprio andate a buon fine.
Francesco Ciluffo dirige con piglio un’orchestra che, seppur a ranghi
ridotti, risulta in alcuni momenti abbastanza roboante e anche abbastanza
pesante. Molto bene il terzo atto. Un aspetto che si fa apprezzare della
concertazione è quella di sostenere con giusti equilibri i cantanti che si
trovano a dover affrontare scritture tutt’altro che semplici.
Anne-Sophie Duprels tratteggia una discreta Edmea che, dopo un primo atto
abbastanza difficoltoso (timbro non particolarmente bello e salita agli acuti
in alcuni momenti problematica) riesce a districarsi con mestiere nel secondo
atto, lasciandoci poi un finale d’opera ben eseguito (sia la sua aria “O bel
sogno d’amor” che il duetto con Oberto).
Luciano Ganci si pone come un Oberto abbastanza in linea con la Duprels:
la parte è molto complicata da cantare, con alcuni momenti che mettono in seria
difficoltà l’interprete (su tutte alcune note acute sul finire della sua aria
del secondo atto “Forse in quell’astro pallido”). Nel complesso Ganci si fa
apprezzare per la sua interessante linea di canto che però non riesce ad
esprimere al meglio puntando più sui forti piuttosto che sulle mezzevoci.
Leon Kim, nel ruolo di Ulmo, è sicuramente il migliore del cast: la sua
autentica voce baritonale ci riporta alla tradizione e ci fa godere di una
interpretazione appassionata e molto lirica.
Sufficiente ma nulla più Ivan Shcherbatykh nel ruolo del conte di Leitmeritz mentre si fa apprezzare la verve di Conor Prendiville che ben caratterizza il ruolo del giullare Fritz.
Diretta streaming del 22 ottobre 2021 – 🌟🌟
Ecco il link per poter vedere lo spettacolo (Arte TV – visibile fino al
22.10.2022):
https://www.arte.tv/it/videos/104562-000-A/alfredo-catalani-edmea/
Ti apprezzo molto per la tua esposizione linguistica molto chiara e da ciò che leggo intuisco che sei un ottimo intenditore di opere liriche, sempre molto attento, particolareggiato e mai di parte!
RispondiEliminaLe tue recensioni mi piacciono.
Grazie di cuore!
Cordiali saluti.
Margherita Pastore
Grazie!!!
EliminaCerco solo di condividere la mia grande passione!!!