A VERONA (via streaming) PER UN BARBIERE... ANIMATO MA OPACO
Ho avuto modo in questi giorni di vedere la rappresentazione de Il barbiere di Siviglia di Gioachino Rossini che la Fondazione Arena di Verona ha allestito al Teatro Filarmonico ed ha trasmesso via streaming.
Lo spettacolo, nato nel 2015 proprio per il palcoscenico del teatro
veronese, ha la regia di Pier Francesco Maestrini e si basa sostanzialmente su
un’idea abbastanza originale: l’interazione tra disegni animati (creati da
Joshua Held) e i protagonisti in carne ed ossa. Sostanzialmente noi vediamo un cartoon
il cui protagonista è Gioachino Rossini stesso che impersona tutti i
protagonisti dell’opera, da Figaro al cameriere Ambrogio, ed interagisce con i
cantanti in scena a mezzo gag e trovate di pura e semplice comicità. Lo spazio
scenico è vuoto e tutto parte dal gigante schermo in fondo al palcoscenico da
dove si anima tutta la vicenda. Sicuramente la ripresa televisiva non ha reso
la vera essenza dello spettacolo che a chi lo guarda in streaming… appare non
compiuto, pallido e poco brioso. Sostanzialmente si vede e sente… la mancanza
del pubblico vero!
Se un po’ di opacità si vede dal punto di vista visivo… la stessa cosa si
percepisce anche sul versante musicale.
Francesco Ivan Ciampa riesce a tenere con gesto saldo l’amalgama non sempre
precisissima dell’orchestra dell’Arena ma il problema che si riscontra è però
quello di una concertazione “alla vecchia maniera”, forse troppo pesante in
tema di sonorità che lascia poco spazio alla leggerezza. Insomma… un Barbiere,
musicalmente parlando, che guarda alla prassi esecutiva degli anni ’60 e ’70 piuttosto
alla linea filologica degli ultimi tempi.
I cantanti sono nel complesso buoni, con alcune punte rispetto alla media.
Il Figaro di Mario Cassi è vocalmente all’altezza del personaggio: buona
la musicalità della sua linea di canto si presenta molto bene nella sua aria d’entrata
così come riesce a ritagliarsi il giusto spazio nei duetti con il Conte e
Rosina. Unica pecca sono le agilità non proprio precisissime e fluenti.
Molto interessante la Rosina di Chiara Tirotta che ci riporta un
personaggio dalla vocalità chiara e ben centrata.
In parte come sempre il Don Bartolo di Carlo Lepore che, ancora una
volta, ci lascia un personaggio a “tutto tondo”, mai avvezzo alla comicità pura
e semplice ma sempre melodioso.
Interessante la caratterizzazione che Riccardo Fassi riesce a dare al personaggio
tutt’altro che semplice di Don Basilio.
Chi delude è invece il Conte di Francisco Brito: inizia sicuramente con
il freno tirato, con una vocalità quasi al limite dell’intonazione, goffo non
solo nei movimenti ma anche vocalmente. Durante la recita la voce si scalda, l’interprete
riesce ad essere più a suo agio ma né le agilità né il canto previsto per il
personaggio sono nelle sue corde. Prova molto sottotono la sua.
Ben assortito anche il resto del cast: Daniela Cappiello (una buona
Berta), Nicolò Ceriani (Fiorello) e Omar Kamata (un ufficiale).
Non entusiasma neanche la prova del coro che, tra mascherine e alcune
sfasature con l’orchestra, mette sul palcoscenico una prova appena sufficiente.
Di seguito il link dove si può vedere lo spettacolo:
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