MAGIE MOZARTIANE... DI CURRENTZIS A SALISBURGO


Ho appena terminato di ascoltare (e anche guardare) la nuova produzione dell’Idomeneo di Mozart che in questi giorni è in scena al Festival di Salisburgo.
Purtroppo la parte visiva, curata per l’occasione dal Peter Sellars (ricordo con piacere tante produzione mozartiane di altissima qualità, in primis l’intera trilogia dapontiana), mi ha lasciato molto perplesso. Non si capisce bene in che epoca ci troviamo (sicuramente nel futuro… ma forse non tanto remoto) nel quale i mostri marini sono impersonati da grandi forme di plastica che riempiono più o meno l’enorme palcoscenico della Felsereitschule. Insieme a questi, colonne colorate di rosso e blu (che evocano alcune volte il mare altre volte il tempio) fanno da contraltare a uomini vestiti da tute/pigiami color blu e tabacco, militari che impugnano armi, medici e infermieri in camice, una modella hawaiana e un ballerino che si sono “esibiti” prima della marcia finale. Tutto sembra confuso e pare non ci sia in apparenza una idea ben precisa di fondo. Forse, e dico forse, si vuol portare avanti il concetto ormai fin troppo abusato dell’uomo responsabile di tutte le catastrofi oppure quello dello scontro etnico (gli uomini di potere come Idomeneo e i militari, per esempio, sono tutte persone di colore mentre gli altri no). Diciamo che Sellars ci mette proprio del suo per far in modo che lo spettacolo sia incomprensibile ai più (non solo al sottoscritto… viste le sonore contestazioni a lui rivolte al termine dello spettacolo).
Un vero peccato… vista la parte musicale di qualità elevatissima.


Ammetto… non sono un amante di Teodor Currentzis ma la sua concertazione (guidata da una solidissima e condivisibile idea di fondo) è straordinaria. Ogni nota, anche grazie all’apporto incredibile della Freiburger Barockorchester e del MusicAeterna Choir of Perm Opera, è cesellata e resa nei particolari più piccoli e alla fine il risultato è stato quello di ascoltare un “nuovo” Idomeneo… almeno da me, mai ascoltato.


La compagnia di canto è, almeno per metà, completamente aderente alla visione di Currentzis e canta divinamente. A mio avviso vere star della serata sono la giovanissima Ying Fang che dona al ruolo di Ilia la freschezza nonché l’ingenuità e il grande dolore per la perdita dell’amato Idamante. Altra star della serata è senza dubbio Nicole Chevalier, nel ruolo di Elettra, dalla voce potente e tagliente, così come la parte vuole, che lascia al pubblico una scena della follia veramente pazzesca.
Quasi allo stesso livello, ma forse un gradino più basso, è Paula Murrihy che impersona Idamante. Non ha una voce amplissima che tende sfocarsi nel registro più grave, però aderisce benissimo al ruolo e alle richieste vocali del direttore d’orchestra, entusiasmando il pubblico con l’esecuzione dell’aria da concerto con pianoforte “Ch’io mi scordi di te”, aggiunta da Currentzis nel momento dell’addio di Idamante alla sposa e al padre (oltre a questa aggiunta il direttore greco inserisce, all’inizio del terzo atto, il solo del basso con coro “Ihr Kinder des Staubes” dal Thamos, Konig in Aegypten).
Il ruolo di Idomeneo è sostenuto da Russell Thomas che ha un timbro tenorile forse un po’ troppo scuro per il ruolo ma che comunque viene a capo della partitura in maniera onorevole.
Buoni e nulla più gli altri ruoli maschili, per il vero abbastanza sacrificati dalla parte musicale (parecchi tagli che però hanno giovato alla narrazione).


Alla fine trionfo per la parte musicale e molte… molte contestazioni per Sellars.

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