NELL'EQUIVOCO... LA CERTEZZA!!!
Il trittico di opere che, come da tradizione, formano l’ossatura
del programma del Rossini Opera Festival di Pesaro si conclude con lo
scoppiettante Equivoco stravagante, terza opera del catalogo rossiniano
e qui proposta in una nuova versione scenica curata dalla coppia Moshe Leiser e
Patrice Caurier (noti al pubblico italiano per la bellissima Giovanna d’Arco
scaligera).
Il libretto di Gaetano Gasbarri riporta la denominazione di “dramma
giocoso” ma qui ci troviamo essenzialmente ad avere a che fare con una vera e
propria farsa. Il pubblico della Vitrifrigo Arena, da quanto ho ascoltato via
radio, ha sicuramente apprezzato sottolineando il volgere dell’azione con
risate e tanti applausi finali.
Responsabile della parte musicale è l’esperto e veterano
Carlo Rizzi che guida la splendida Orchestra Sinfonica Nazionale della RAI. Il
maestro Rizzi dirige molto bene, con tempi veloci al punto giusto ma anche bei
momenti più intimi e malinconici. L’impressione che però ogni volta mi lasciano
le sue direzioni (ascoltato dal vivo e moltissime volte alla radio e in video)
è quella di essere sempre un po’ pesante anche se di buonissima routine.
Il cast è quasi tutto eccellente. Tre le punte di diamante:
Teresa Iervolino, Paolo Bordogna e Davide Luciano. La mezzosoprano laziale è
uno spasso all’ascolto, la sua voce è corposa ma nello stesso tempo morbida e
in alcuni momenti taglienti come giustamente chiesto dalla partitura. Paolo Bordona
è un Gamberotto da manuale che canta senza mai calcare la mano ed è apprezzabile
come la sua voce stia cambiando in meglio con il corso degli anni soprattutto
nel registro più grave (provate ad ascoltare il suo Isidoro nella Matilde di
Shabran di qualche anno fa e noterete subito la differenza). Davide Luciano è un
Buralicchio strepitoso, che fa emergere oltre alle note anche tutte le parole… cosa
mai scontata.
Delude, a mio avviso, Pavel Kolgatin nel ruolo di Ermanno
che inizia la sua prestazione con molta ritrosia. Situazione questa che
continua per tutta la recita. Pare non avere mai l’accento giusto, gli acuti ci
sono ma non risultano mai puliti e cristallini. Prestazione sicuramente da
rivedere (e qui ancora una volta possiamo constatare quanto bene o male facciano
i microfoni per la ripresa audio).
Dal punto di vista vocale sono eccellenti sia il Frontino di
Manuel Amati (che ha voce più bella e solida del tenore principale) che la Rosalia
di Claudia Muschio.
Buona la prova del Coro del Teatro Ventidio Basso anche se
poco giudicabile per via della ripresa audio sgangherata che non favoriva la giusta resa (il coro sembrava
cantasse da dietro le quinte).
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