A MILANO (in streaming) PER IL DITTICO WEILL/BRECHT

Ieri sera, sulla piattaforma multimediale RaiPlay, si è potuto assistere al dittico Weill/Brecht andato in scena al Teatro alla Scala di Milano. L’accoppiata di questi due artisti (Weill e Brecht) è senza dubbio stimolante e anche i due titoli scelti ben si prestano al momento particolare in cui non si può contare su messe in scena stratosferiche e con ampio uso di masse artistiche.


Die sieben Todsünden (I sette peccati capitali) e Mahagonny-Soingspiel sono i due antipodi della collaborazione tra Kurt Weill e Bertold Brecht: se Mahagonny (che anticipa in versione “baby” il capolavoro Aufstieg und Fall der Stadt Mahagonny) è il primo tassello della collaborazione e risale al 1927, I sette peccati sono invece il coronamento definitivo del rapporto artistico tra i due geni (prima a Parigi nel 1933). Sono due partiture abbastanza diverse ma nello stesso momento omogenee per chi ne sa cogliere gli aspetti interiori.

Irina Brook cerca appunto di rendere i due lavori sostanzialmente omogenei e correlati… e lo fa cercando di rendere le varie scene abbastanza credibili. Scenario è una sorta di isola/piattaforma circondata da un mare di bottiglie di plastica. In questa piattaforma si muovono i cantanti, gli attori e i ballerini, cercando di rendere credibile quello che il testo brechtiano ci vuole dire. Nella sostanza la Brook credo voglia far emergere il dualismo (che già si trova in chi ha composto e scritto il libretto) tra Anna I e Anna II nei Peccati e nell’altrettanto simile dualismo tra Jessie e Bessie in Mahagonny. Alcune scene sono più pungenti rispetto ad altre ma nel complesso è uno spettacolo godibile e sono dell’avviso che il pubblico da casa se lo sia goduto (stacchi, riprese, primi piani e tagli di luce erano proprio pensati per la ripresa).


Chicca finale dovuta all’inventiva della Brook, e avvallata da Chailly che lo ha ricordato nella conferenza stampa di presentazione, è il video di Alabama Song (che nella sostanza è la seconda canzone di Mahagonny Songspiel) nella versione di Jim Morrison.

Riccardo Chailly si cala a capofitto nel mondo di Weill e ne viene fuori una concertazione ottimale (con una orchestra a livelli superlativi come già si era sentito nella Salome del mese scorso): raffinatezze a gogo assieme a ad ottima scelta di tempi e ritmi giusti e calibrati. Un piccolo capolavoro di concertazione quello di Chailly, da ascoltare e riascoltare.


Le voci a disposizione sono ottime per la resa televisiva dello spettacolo. Kate Lindsay è una bravissima Anna I (nei Peccati) e una straripante Bessie (in Mahagonny) così come è ottima Lauren Michelle nei panni di Anna II e di una romantica e sognante Jessie. Loro sono il perno di tutta la vicenda ma ben si destreggiano anche le quattro voci maschili: Elliott Carlton Hines, Andrew Harris, Matthäus Schmidlechner e Michael Smallwood. 


Commenti

Post popolari in questo blog

A MILANO (in tv)... PER IL DON CARLO INAUGURALE

A ROVIGO... PER LA "GELIDA MANINA" DELLA BOHEME PUCCINIANA

A VERONA (in tv)... PER IL GIARDINO ARENIANO DEDICATO AL BARBIERE