ROSSINI E IL SUO BARBIERE... VINCONO SEMPRE!!!

L’edizione autunnale del Rossini Opera Festival, tutta in diretta streaming, è proseguita ieri (nell’attesa del Viaggio a Reims con i giovani cantanti dell’Accademia) con la ripresa brillantissima de Il barbiere di Siviglia nel bellissimo allestimento di Pier Luigi Pizzi.

Questo spettacolo, nato due anni fa nell’ambito del festival estivo, è pensato dal novantenne Pizzi in maniera mirabile: nel suo interno si rivedono tanti piccoli spezzoni dell’immensa carriera del regista che rendono l’insieme molto bello, fluido, vivace ma mai sopra le righe. A guardarlo ci si diverte, si sorride e si divertono anche i protagonisti in scena (cosa non facile nel momento in cui ci troviamo). Pur con tutte le difficoltà del caso dovute alle norme di distanziamento… spettacolo godibilissimo.

Insieme alla parte visiva si fa apprezzare anche la parte musicale.

Michele Spotti dirige con piglio e gusto l’Orchestra Sinfonica G. Rossini: i suoi tempi sono per lo più abbastanza veloci pur, al momento opportuno, ben adattabili alle vocalità dei vari cantanti. Bella l’esecuzione della sinfonia nella quale ben sono emerse le dinamiche dei famosi “crescendo”. Sempre dal punto di vista musicale tengo a sottolineare l’ottima prova degli interpreti del basso continuo: Richard Parker al fortepiano e Anselmo Pelliccioni al violoncello.

Il cast è molto omogeneo con alcune punte diamantine.

Il giovane Iurii Samoilov debutta nel ruolo di Figaro e lo affronta con la giusta spavalderia che, alla fine, deve essere premiata. Il ruolo è monstre e il giovane baritono deve ancora molto maturare… però le carte in regola per diventare un grande interprete in questo come in altri ruoli rossiniani ci sono tutti.

Juan Francisco Gatell non è nuovo al ruolo di Almaviva e alla fine ne viene a capo abbastanza bene. Certo la voce è impostata ma abbastanza piccola di volume, le agilità sono ben affrontate ma il resoconto della sua prova, al termine, è buono senza però entusiasmare. È apprezzabile da parte sua cantare “Cessa di più resistere” nella quale non sbaglia una nota ma che risulta scialba e con poco mordente. Molto più in palla nei momenti melodici e apprezzabile anche attorialmente.

Bravissima è la Rosina di Aya Wakizono che ho trovato bella, spiritosa e dal canto ancora migliore rispetto alla sua prestazione del 2018. Ottima nella sua aria d’entrata si esalta poi nei duetti (con Figaro soprattutto) e trova l’apice dell’arietta “dell’inutil precauzione”.

Carlo Lepore si dimostra ancora una volta un grande cantante: il suo Bartolo è misurato e mai sopra le righe, musicalissimo nonché burbero il giusto.

Straordinario Michele Pertusi nel ruolo di Don Basilio: la sua “calunnia” è da manuale e d’altronde qui si sta parlando di una classe immensa (da ricordare che solo qualche giorno fa ha personalmente trionfato nel ruolo protagonistico di Marino Faliero al festival donizettiano di Bergamo).

Elena Zilio si dimostra una professionista straordinaria, anche se la voce comincia un po’ a diminuire. Ma è uno spasso vederla e ascoltarla alla tenera età di quasi ottant’anni.

Ottimo anche il Fiorello di William Corrò.

Buona la prova del Coro del Teatro Ventidio Basso diretto da Giovanni Farina.


Commenti

Post popolari in questo blog

A MILANO (in tv)... PER IL DON CARLO INAUGURALE

A ROVIGO... PER LA "GELIDA MANINA" DELLA BOHEME PUCCINIANA

A VERONA (in tv)... PER IL GIARDINO ARENIANO DEDICATO AL BARBIERE