ALMANACCO OPERISTICO - 1 dicembre 2020 - BILLY BUDD di B. Britten

BILLY BUDD

Opera in un prologo, due atti e un epilogo Edward Morgan Forster e Eric Crozier, da Melville

Musica di Benjamin Britten

 

Prima rappresentazione: Londra, Covent Garden, 1 dicembre 1951

 

Il grande successo che, nel 1945, aveva arriso a Peter Grimes sembrava avere esaurito in Benjamin Britten il desiderio di cimentarsi ancora con opere di vaste proporzioni per grande orchestra. Ma verso il 1951, su richiesta del Covent Garden, il compositore ritentò l’impresa con un altro dramma marinaresco incentrato sulle vicende del marinaio Billy Budd, protagonista dell’omonimo romanzo scritto nel 1891 da Herman Melville. Romanzo postumo, pubblicato dopo la morte dell’autore di Moby Dick, Billy Budd trovò la via del palcoscenico attraverso la versione librettistica che ne diedero Forster (l’autore di Maurice e di Passaggio in India) e Crozier.


LA TRAMA

Prologo. Il vecchio Capitano Vere, ormai ritiratosi dall'attività, medita sugli eventi che lo avevano visto protagonista nel 1797, dubitando della giustizia delle proprie decisioni e chiedendosi se davvero bene e male siano, nella vita, separabili.


Atto primo. Ponte di coperta e cassero di poppa della nave di Sua Maestà Indomitable

Sotto i severi ordini degli ufficiali, i marinai puliscono, cantando, il ponte della nave; nel trambusto un giovane mozzo (il Novizio) urta il nostromo ed è duramente punito. Alla nave si avvicina una lancia di ronda, inviata verso una nave mercantile di passaggio, che conduce dei giovani marinai prelevati a forza dal mercantile per arruolarli e portarli a combattere nella guerra contro la Francia. Gli ufficiali lamentano che, con simili mezzi, raramente si trovano buoni elementi, ma ammettono che in tempo di guerra ci si deve accontentare di quel che si trova. I tre uomini scelti vengono condotti davanti al Maestro in armi John Claggart, che li interroga, trovando degno solo l'ultimo: il giovane Billy Budd, capace marinaio di bella presenza e pieno di buona volontà, entusiasta all'idea di arruolarsi, che viene assegnato alla coffa di trinchetto. Nel salutare i compagni della sua prima nave (dal significativo nome I diritti dell'uomo), Billy Budd suscita l'inquietudine degli ufficiali, che incitano l'equipaggio al lavoro affinché non ascolti le parole del giovane; prima ancora di iniziare la sua nuova vita, Billy viene etichettato come un pericolo potenziale. Claggart, rimasto solo, esprime la propria frustrazione per dover stare in quella detestabile nave insieme a degli indegni ufficiali; egli quindi dà istruzioni a Squeak, un delatore, di controllare Budd e di non lasciarsi sfuggire nessuna occasione per provocarlo. Uscito Squeak, un gruppo di marinai trascina il Novizio in precedenza sottoposto alla punizione della frusta, che esprime la sua disperazione; sopraggiunge allora Billy, che gli manifesta solidarietà e unisce la propria voce a quella di altri tre compagni per commentare la sua terribile punizione. Ritorna quindi l'ufficiale Claggart, che inizia a trattare ruvidamente Billy: gli ordina di togliersi un fazzoletto annodato intorno al collo e quindi lo ammonisce in modo minaccioso. Uno dei tre compagni, il vecchio Dansker, avverte Billy di evitare il più possibile Claggart. Il coro dei marinai elogia il Capitano Vere; Billy, sentitene le lodi dei compagni, si entusiasma all'idea di servirlo.

Cabina del Capitano Vere, una settimana più tardi

Dedicandosi alla lettura di Plutarco, il Capitano Vere riflette sulla somiglianza fra i problemi del presente e quelli dei tempi antichi. Giungono gli ufficiali, convocati per un brindisi, indirizzato al Re. Gli ufficiali deprecano la Francia e addebitano alle idee messe in circolo dalla rivoluzione gli ammutinamenti di recente verificatisi in alcune navi britanniche. Anche il Capitano teme i venti di sedizione, ma non si dichiara d'accordo con gli ufficiali quando questi identificano in Billy Budd un potenziale sovversivo presente a bordo. Sul ponte i marinai intonano un canto. Gli ufficiali prendono congedo e Vere riprende la sua lettura.

Ponte d'ormeggio

Billy canta una canzone con alcuni compagni. Al coro non partecipa Dansker; Billy va in cerca d'un po' di tabacco da offrire all'amico, per sollevargli il morale, ma scopre Squeak che sta rovistando fra le sue cose. Ne nasce una colluttazione, interrotta dal sopravvento di Claggart: Squeak (che protesta di aver solo cercato di obbedire agli ordini ricevuti dallo stesso Claggart) viene allontanato dall'ufficiale, che poi si rivolge a Billy con affabilità e cortesia. Rimasto solo, Claggart rivela che proprio la bellezza e la bontà di Billy eccitano il suo sadico desiderio di condurlo alla rovina. Egli quindi coinvolge in un suo piano il Novizio: pur essendo pronto a tutto pur di evitare altre frustate, quest'ultimo accetta di parteciparvi solo con riluttanza. Passato infine all'azione, il Novizio cerca di corrompere Billy affinché si unisca ad un gruppo di cospiratori che intendono fomentare un ammutinamento. Pur attratto dall'oro offertogli, Billy resiste alla tentazione. Di seguito egli confida a Dansker l'accaduto; l'amico continua ad ammonirlo invitandolo a guardarsi da Claggart, ma Billy minimizza e dichiara di non credere all'esistenza d'un sentimento malevolo dell'ufficiale nei propri confronti. Mentre Dansker insiste nei suoi avvertimenti, Billy esterna il suo entusiasmo all'idea di ottenere una promozione alla coffa mezzana.

Atto secondo. Ponte di coperta e cassero di poppa, alcuni giorni più tardi

La nave è immersa nella nebbia, il Capitano Vere e gli ufficiali sono sul ponte. Claggart riferisce a Vere del pericolo di un ammutinamento; nello stesso momento la nebbia si alza e appare una nave francese. Tutti si preparano velocemente all'assalto. Vere ordina di far fuoco con un cannone, ma il bersaglio è mancato: la nave francese è fuori portata, il vento è troppo leggero per poter sperare di avvicinarsi di più. Sconforto generale. Le nebbie si richiudono. Claggart avvicina nuovamente il Capitano e gli riferisce che Billy Budd avrebbe offerto dell'oro al Novizio per una sua associazione al gruppo dei cospiratori. Vere dichiara di non crederci, ma accetta di sottoporre Budd ad un interrogatorio in presenza dello stesso Claggart.

Cabina del Capitano Vere

Riflettendo, molto agitato, Vere comprende la perfidia di Claggart e la bontà di Billy: il disegno di Claggart, egli confida, fallirà. Giunge Billy, ehe si aspetta l'agognata promozione ed esprime il desiderio di diventare sottufficiale, ma si accorge ben presto che non quello è l'oggetto della sua convocazione: davanti al Capitano Vere, Claggart lo accusa di ammutinamento. Vere invita Billy a difendersi, ma la sua unica reazione è un violentissimo pugno sferrato all'ufficiale, che stramazza al suolo privo di vita. Vere fa rinchiudere Billy e convoca gli ufficiali; rimasto solo lamenta la propria mancanza di avvedutezza per non aver saputo prevedere l'imminente catastrofe. Gli ufficiali, riuniti a collegio, interrogano Billy: egli non sa spiegare per qual motivo Claggart lo avrebbe ingiustamente accusato. Il Capitano, da parte sua, rifiuta di fornire una spiegazione. Billy è ricondotto nella sua cella e gli ufficiali risolvono per la condanna capitale. Vere, lasciato solo, dapprima sembra condividere la sentenza; ma poi la sua sicurezza vacilla profondamente. Quindi entra nella cabina ov'è rinchiuso Billy per comunicargli la sentenza.

Angolo del ponte approntato per l'esecuzione, poco prima dell'alba

Billy contempla con calma la propria morte imminente. Dansker gli porta delle vivande, insieme alla notìzia che l'intera nave è pronta all'ammutinamento per scongiurare la sua esecuzione. Billy dice a Dansker di fermare i compagni: ciò che sta per accadere è fatale, così come lo sono stati la morte di Claggart e la passività di Vere. La sciato solo, Billy canta in un addio la propria accettazione del destino.

Ponte di coperta e cassero di poppa, alba

Si dà inizio al rituale dell'esecuzione: Billy viene condotto sul ponte e un ufficiale legge la sentenza di morte. Billy rivolge il suo estremo saluto e benedice il Capitano Vere. Al momento dell'esecuzione scoppia una rivolta; il Capitano resta immobile, il tumulto è sedato dagli ufficiali.

Epilogo. Il vecchio Capitano Vere ricorda come, dopo l'esecuzione di Billy Budd e la sua sepoltura in mare, la nave abbia tolto gli ormeggi e sia salpata. Riconosce che avrebbe potuto salvare Billy, ma non prova a spiegarsi perché mai non l'abbia fatto; riconosce, invece, che è stato Billy a salvare lui.


È probabile che Britten, accingendosi a comporre la musica per quest’opera, prima ancora che dalla drammaticità della vicenda fosse affascinato proprio dal personaggio di Billy, manifestazione di quell’innocenza fatalmente destinata a soccombere sotto gli assalti del Male. Fin dalle battute iniziali dell’opera, Britten traduce musicalmente questa lotta attraverso l’opposizione di due accordi (si bemolle maggiore e si minore) fisicamente vicini ma armonicamente inconciliabili. Le implicazioni omosessuali, seppur dissimulate, sono chiaramente percepibili negli oscuri meccanismi che spingono Claggart a distruggere Billy Budd. Ma chi credesse di scorgere nella partitura di Britten torbide atmosfere alla Jean Genet si ingannerebbe. L’uso sottolineato degli strumenti a fiato anzi, soprattutto trombe e tromboni, se aiuta a definire la tinta ‘maschile’ del soggetto (è questo uno dei rarissimi esempi di opera creata per un cast di soli uomini) getta anche una luce eroica, addirittura epica, sulla tormentata vicenda. Come «un’onda che cresce» (così Melville nel romanzo) il susseguirsi degli avvenimenti precipita di scena in scena verso il catartico finale ove il grido rauco e inarticolato degli astanti, che assistono all’impiccagione di Billy, è un corrispettivo musicale di fulminante pregnanza della medesima situazione descritta nel romanzo. Veramente prodigiosa è la capacità di Britten di trascolorare da una scena all’altra senza soluzione di continuità con una tecnica che, cinematograficamente, definiremmo di ‘dissolvenza incrociata’. Billy è l’eroe integro e buono, persino naïf nelle sue manifestazioni emotive, su cui il destino ha imposto una ‘macchia’ (la balbuzie) che non gli permetterà di difendersi dalle accuse di Claggart e che sarà la sua rovina. Non un uomo-bambino angelicato, come hanno voluto vederlo alcuni (peraltro smentiti dalla scelta del timbro baritonale, il più prosaico e il meno stilizzato che esista), ma piuttosto una vittima sacrificale di un rito che non gli appartiene. E davvero qualcosa di mistico ha la partitura quando Britten, per descrivere il momento in cui, fuori scena, il capitano Vere informa Billy del suo destino e questi lo accetta con rassegnazione, sceglie di affidarsi al concatenarsi di 34 lenti e misteriosi accordi orchestrali, vero arcobaleno sonoro gettato fra due momenti musicali di grande impatto emotivo: l’aria di Vere “I accept their verdict” e quella di Billy incatenato. Nella versione originale del 1951, l’opera comportava una suddivisione in quattro atti. Nel 1960 però Britten revisionò la partitura e, accettando una prassi che si era andata diffondendo nel frattempo, la unificò in due sole parti accentuandone così la continuità drammatica. Quest’ultima versione è quella scelta dal compositore per la sua storica incisione dell’opera effettuata nel 1967.

Fonte: Dizionario dell’Opera Baldini & Castoldi

 

LA MIA PROPOSTA

Il catalogo di quest’opera particolarissima di Britten non è amplissimo anche se a mio parere ci sono alcune ottime edizioni:

- Edizione audio diretta da Benjamin Britten nel 1967 a Londra (P. Glossop, P. Pears, M. Langdon);

- Edizione audio diretta da Richard Hickox nel 1999 a Londra (S. Keenlyside, P. Langridge, J. Tomlinson);

- Edizione audio diretta da Daniel Harding nel 2007 a Londra (N. Gunn, I. Bostridge, G. Saks).


L’edizione del 1967 diretta da Britten stesso è sicuramente il punto di partenza per l’ascolto di quest’opera… da qui non si può prescindere. Glossop è un Billy straordinario così come sublime è il Captain Vere di Peter Pears. L’atmosfera di tutta la registrazione sa quasi da “testamento” di Britten che immerge l’intersa partitura in un’aura notturna e fosca.


Ottima anche l’edizione diretta da Richard Hickox anche se qui ci sono assieme a punte d’eccellenza (il Vere maturo di Langridge e il buonissimo Billy di Simon Keenlyside) delle cadute abbastanza grossolane (il Claggart di John Tomlinson è inascoltabile).


L’edizione che mi sento di consigliare è quella diretta in maniera magistrale da Daniel Harding e che vede, assieme ad un ottimo Nathan Gunn nel ruolo del titolo, uno strepitoso Ian Bostridge nel ruolo del Captain Vere. A mio parere il tenore londinese è il migliore Vere di tutta la storia discografica di Billy Budd. Non si può non rimanere ammaliati dal suo canto.

 

Di seguito il link per ascoltare l’opera diretta da Daniel Harding:


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