ALMANACCO OPERISTICO - 23 dicembre 2020 - HANSEL UND GRETEL di E. Humperdinck

HANSEL UND GRETEL

Commedia fiabesca in tre quadri di Adelheid Wette

Musica di Engelbert Humperdinck

 

Prima rappresentazione: Weimar, Teatro di corte, 23 dicembre 1893

 

Il compositore renano Engelbert Humperdinck arrivò per caso all’idea di scrivere questa sua prima opera. Già nel 1888 la sorella Adelheid gli chiese come cortesia di comporre delle musiche per una fiaba da lei scritta sul soggetto di Biancaneve, per divertire i bambini durante un’occasione familiare. Spinto dal successo caloroso ottenuto tra i parenti, Humperdinck compose altri Lieder per i nipoti in successive occasioni e infine giunse all’idea di scrivere un’opera teatrale su soggetto fiabesco. Propose dunque ad Adelheid di preparare una rielaborazione della celebre fiaba dei fratelli Grimm Kinder-und Hausmärchen. Rispetto al testo originale, la mano della sorella evitò il brutale realismo della storia dei Grimm a favore dell’elemento fantastico, in particolare grazie all’inserimento delle due figure magiche di Sabbiolino e Rugiadino. Il lavoro fu accolto con eccezionale favore nell’ambiente musicale tedesco: basti dire che le tre prime esecuzioni, avvenute a distanza di pochi giorni l’una dall’altra a Weimar, Monaco e Karlsruhe, furono dirette rispettivamente da Richard Strauss, Hermann Levi e Felix Mottl, ossia dai direttori più autorevoli dell’ambiente wagneriano. Dopo un battesimo del genere, l’opera ebbe una diffusione straordinaria non solo in Germania ma in tutto il mondo (in Italia venne conosciuta presto in una traduzione intitolata Nino e Rita), ed è tuttora uno dei capisaldi del repertorio nei teatri di lingua tedesca.



LA TRAMA

Atto primo. La cucina della povera casa di un venditore di scope, alla cui fattura sta lavorando il piccolo Hänsel in compagnia della sorella Gretel (“Suse, liebe Suse”). I due ragazzi hanno lo stomaco che brontola per la fame e sognano di cambiar vita lontano da casa. La madre li sorprende a ballare e, innervosita dal loro bighellonare, rompe la brocca del latte nel tentativo di punirli. Disperata per aver perso il poco cibo a disposizione per la cena, li caccia nel bosco a cercare fragole, con la minaccia di non farsi rivedere a casa senza il cestino pieno (“Marsch! Fort in den Wald”), e quindi, spossata dalla fatica e dalle preoccupazioni, si addormenta. Nel frattempo arriva il padre Peter, tutto allegro per i buoni affari fatti alla fiera del paese. Sotto gli occhi increduli della moglie, Peter tira fuori burro, salsicce, uova e persino un sacchetto di tè. Passata la sorpresa e l’euforia, Gertrud racconta al marito del latte versato e di aver mandato per punizione i ragazzi nel bosco di Ilsenstein. Peter sbianca in volto, perché al paese dicono che in quel posto abita una strega che mangia i bambini (“Eine Hex’, steinalt, haust tief im Wald”). In preda all’ansia, i genitori si mettono subito in cerca dei piccoli.

Atto secondo. Nel bosco Gretel ha intrecciato una ghirlanda di rose selvatiche, mentre Hänsel sta terminando di riempire il cestino. Si mettono a giocare, e finiscono per mangiarsi tutte le fragole raccolte. Per non tornare a mani vuote, i due fratellini si spingono dentro il bosco, finché non trovano più la strada (“Gretel, ich weiss den Weg nicht mehr!”). Hänsel e Gretel, spaventati dall’eco delle loro voci e dal buio imminente, si trovano davanti all’improvviso un omino, che sbuca fuori da una strana foschia del terreno. Costui è il mago Sabbiolino (“Der kleine Sandmann bin ich, s-t!”), che li rassicura e sparge sui loro occhi una sabbia magica per farli addormentare. Come cadono assopiti appare vicino a loro un arcobaleno luminoso, da cui discendono sette paia di angeli, che si mettono in cerchio attorno ai bambini per proteggerne il sonno.


Atto terzo. Il mattino dopo. Prima che i bambini si sveglino, un altro genio benigno provvede ad asciugare la rugiada posatasi sui loro corpi (“Der kleine Taumann heiss’ ich”). Stropicciandosi gli occhi, i fratelli si accorgono con stupore di aver sognato entrambi la pantomima degli angeli. Ma con maggior meraviglia vedono davanti a loro una casa intera fatta di dolciumi. Ai lati della casa ci sono una grande gabbia e un forno, e intorno tante statuine di marzapane. Hänsel si avvicina coraggiosamente alla casa e ne assaggia un pezzo. Incantati da tanta delizia, i bambini non si accorgono della presenza della strega, che riesce a infilare un laccio al collo di Hänsel. La strega vorrebbe rimpinzarli di dolci e poi cuocerli nel forno (“Ich bin Rosina Leckermaul”), ma i due fratelli non si danno per vinti. Gretel libera con astuzia Hänsel dalla gabbia, e insieme riescono a cacciare dentro il forno la strega stessa. Bruciata la vecchia, le statuine di marzapane si trasformano immediatamente in bambini, quegli stessi che la strega aveva cotto in precedenza (castigo toccato ora per contrappasso anche a lei). Liberi e festanti, i due fratelli riabbracciano i genitori.


È un’opera di fascino semplice e immediato, ma fondata su un terreno sinfonico molto solido, come testimoniano i momenti puramente strumentali, tra cui vanno ricordati il preludio al primo atto e la pantomima del sogno alla fine del secondo, preceduta dal dolcissimo duetto “Abends, will ich schlafen geh’n” (una pagina di cui si ricorderà anche Strauss nel finale del Rosenkavalier). Lo stile vocale è schietto e di squisita freschezza, e forse rappresenta l’estrema propaggine del grande liederismo naturalista romantico, che aveva avuto nel Freischütz il suo momento teatrale più alto. Humperdinck sente la Natura, il grande soggetto dell’Ottocento tedesco, con l’innocente incanto che solo la dimensione infantile e ingenua di Hänsel und Gretel permetteva di cogliere: un luogo di meraviglia non ancora asservito dal predominio sociale, bensì appartenente a forze che trascendono e dominano il destino umano. In questo senso, Hänsel und Gretel è una scheggia intatta di un mondo espressivo perduto, di cui Mahler aveva già cominciato a raccogliere con mano pietosa i frammenti nelle sue prime sinfonie.

Fonte: Dizionario dell’Opera Baldini & Castoldi



LA MIA PROPOSTA

Opera con musica di una purezza e bellezza ineguagliabili, tipica per questo periodo natalizio, ha una discografia abbastanza importante. Io mi permetto di suggerire queste edizioni, che sono quelle che io posseggo:

- Edizione audio diretta da Herbert von Karajan nel 1953 a Londra (E. Grummer, E. Schwarzkopf);

- Edizione audio/video diretta da Nino Sanzogno nel 1957 a Milano (F. Cossotto, J. Poleri);

- Edizione audio diretta da Charles Mackerras nel 2006 a Londra (J. Larmore, R. Evans).


L’edizione del 1957 registrata alla RAI di Milano (di cui esiste in rete anche il video) è cantata in italiano ed è sicuramente molto interessante nel suo valore complessivo. Molto buone le voci, con una Cossotto giovane in un repertorio particolare, e una buona direzione di Sanzogno.


L’edizione del 2006 si avvale dell’ottima direzione di Mackerras e di un binomio di protagoniste abbastanza omogeneo, anche se a mio parere non entusiasmante. Qui ci sono dei buoni ruoli di contorno che rendono l’edizione sicuramente interessante.


A mio avviso però l’edizione che consiglio di ascoltare è quella diretta da un giovane Herbert von Karajan che riesce ad ottenere sonorità straordinarie dalla Philharmonia Orchestra. Basta l’attacco iniziale dell’opera, con l’assolo dei corni, per capire che siamo di fronte ad una interpretazione da antologia. Ottime poi le voci con una buonissima Grummer e una straordinaria Schwarzkopf. Ottimi anche i ruoli comprimari che rendono, per me, questa edizione la migliore attualmente in circolazione.

 

Di seguito il link per ascoltare l’opera diretta da Herbert von Karajan:


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